Coronavirus in Africa. Una “pandemia silenziosa” secondo l’OMS. Ma l’#Accoglienzanonsiferma

Secondo l’inviato speciale Samba Sow i dirigenti politici starebbero adottando una condotta superficiale

Secondo l’OMS – Organizzazione mondiale della sanità, in Africa sarebbe in corso una “pandemia silenziosa”. Secondo l’inviato speciale dell’OMS, Samba Sow, i dirigenti politici africani starebbero infatti adottando una condotta superficiale o, addirittura, di depistaggio rispetto alla reale entità della diffusione del contagio. “Dobbiamo continuare a spingere i dirigenti a dare priorità massima ai test”, ha detto Sow in una conferenza stampa. Mentre il numero dei contagiati in Africa pare al momento basso, bisogna infatti capire quanto influisca su questo dato la scarsa somministrazione di tamponi: in Senegal, per esempio, Paese con oltre 16 milioni di abitanti, sono effettuati in media solamente 900 tamponi al giorno e il tasso di positivi è vicino al 10%. Parecchi.

“Il Centro africano per il controllo e la prevenzione delle malattie – scrive Angelo Agnisola su La Gazzetta di Bologna che coordina le risposte sanitarie alle pandemie nel continente, afferma che esiste un ampio divario tra i tassi di screening rilevati nelle diverse nazioni africane. Alcuni piccoli Paesi (come Mauritius e Gibuti) hanno raggiunto tassi di screening significativamente più elevati rispetto a quelli dei loro vicini più grandi. Il governo del Paese più popoloso dell’Africa, la Nigeria, sebbene insista nel concentrarsi su ‘gruppi’ di casi positivi, non riesce ad assicurare il raggiungimento di 1000 test al giorno. Va aggiunto poi che alcuni Paesi del continente non dispongono di tamponi mentre altri, per vari motivi, non forniscono dati. Ad esempio, il presidente della Tanzania, John Magufuli, ha affermato che rilasciare dati sulla pandemia è cosa ‘spaventosa’. Sicché essi vengono pubblicati in modo intermittente, a volte fornendo solo il numero di persone guarite dal virus”.

Coronavirus in Africa: una pandemia silenziosa anche per mancanza di tamponi?

La scarsità di tamponi, tuttavia, è da collegare alle difficoltà che si hanno nel reperire i reagenti chimici necessari per eseguire i test, che non sono prodotti in loco. “Acquisire quindi kit di screening in un mercato globale competitivo, fare test dove sono necessari e istituire laboratori per elaborare i campioni non sono iniziative agevoli da realizzare per Paesi con disponibilità economiche limitate e sistemi sanitari più deboli”, spiega ancora Agnisola, che menziona anche l’importanza della cooperazione internazionale.

Coronavirus in Africa: prevenire il diffondersi della pandemia negli istituti per l’infanzia con Ai.Bi.

Ai.Bi. – Amici dei Bambini è tra le organizzazioni in prima linea per contrastare l’emergenza Coronavirus in Africa, operando in Kenya, Congo e Marocco negli istituti per l’infanzia in difficoltà.

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