Coronavirus. Lezioni a distanza: chi pensa alle famiglie numerose?

Tanti figli, un solo computer. Ma il diritto allo studio non dovrebbe essere un diritto essenziale?

La ripresa in sicurezza delle attività scolastiche è un tema importante e delicato che riguarda milioni di famiglie e di studenti. La turnazione e la didattica a distanza sono improponibili per il livello di povertà di tante famiglie e la scarsa diffusione della banda larga”. Lo scrive su Twitter la segretaria della CISL, Annamaria Furlan. Ma il tema, quando si parla di “distance learning” o “e-learning”, non è soltanto economico. Diverse sono infatti le famiglie numerose che, come spesso purtroppo accade, sono le più penalizzate. Anche con le lezioni a distanza. Perché quando in casa si ha un solo computer e questo deve essere condiviso dai genitori e dai bambini, e i bambini sono più di uno, bisogna fare i conti con i turni. Questo significa che, a volte, gli studenti potrebbero essere costretti a saltare le lezioni per dare il PC a un fratello o a mamma e papà.

Coronavirus. Lezioni a distanza. Un problema non da poco per le famiglie

Il problema, viste le incertezze sulla riapertura dei plessi scolastici, non è da poco. Lo vive quotidianamente chi, con l’infanzia, ha a che fare nel sociale. Riporta per esempio un’operatrice di Ai.Bi. – Amici dei Bambini che si occupa di a fianco delle famiglie affidatarie e adottive, il caso di “una famiglia, nostro contatto, con sette figli e un ragazzo in affido in età scolastica, con un solo computer disponibile tra collegamenti per le lezioni online, riunioni in vieoconferenza con i vari insegnanti. Mi diceva la madre che ogni giorno qualcuno dei figli deve rinunciare a fare le lezioni. Può essere giusto questo? La famiglia ha richiesto dei computer alla scuola, nesono arrivati tre ma hanno il sistema operativo Linux non compatibile con le piattaforme scelte dalle varie scuole per fare lezione online… La famiglia quindi deve fare tutto con un computer molto vecchio che avevano a casa. Ma il diritto allo studio non dovrebbe essere un diritto essenziale?”.

La questione, in effetti, è più che ben posta. Perché nella straordinaria situazione venutasi a creare con l’emergenza sanitaria da Coronavirus, molti sono i diritti andati calpestati, non solo quello di movimento. E i minori, purtroppo, sono tra le fasce meno considerate. Si può accettare tutto questo?