Coronavirus. Un’amica con il figlio in comunità non lo vede in spazio neutro da diverso tempo. Come posso aiutarla?

Buongiorno,

una mia amica con il figlio in comunità non lo vede da diverso tempo a causa del lockdown per il Coronavirus. Generalmente lo vedeva una volta a settimana in uno spazio neutro sempre alla presenza di un operatore. Anche voi avete bloccato le visite? Sono settimane che non può vederlo…cosa le posso dire? Come la posso aiutare?

Cristina

Cara Cristina,

purtroppo sì. Anche il nostro spazio neutro ha dovuto bloccare gli incontri fra i bambini e i propri genitori. L’indicazione della chiusura dello spazio è stata condizionata dall’emergenza sanitaria da Coronavirus che ha stravolto la vita un po’ di tutti noi, compresi i bambini, confermata anche dalle Autorità di competenza come il Tribunale per i Minorenni.

Da qualche settimana abbiamo ripreso le attività, in modo graduale e con nuove procedure. Purtroppo le nuove modalità possono rendere “più fredde” le visite e anche più macchinose, ma tutelano tutti. Prima degli incontri prepariamo i bambini spiegando loro che le mascherine e le nuove procedure servono per tutelarci e per prenderci cura anche dei loro genitori.

Durante la fase di chiusura totale, sono stati garantiti momenti esclusivi per chi può incontrare il proprio figlio in comunità nello spazio neutro, attraverso video-chiamate pensate e strutturate perché, anche se a distanza, potessero avere un senso, potessero dare un senso di condivisione della quotidianità dei bambini agli occhi dei loro genitori.

Coronavirus e figlio in comunità. Si sfruttano le aree all’aperto

Ora che abbiamo ripreso le visite, grazie anche al bel tempo, sfruttiamo le aree all’aperto e abbiamo potuto osservare i momenti di incontro – dopo tante settimane – fra genitori e bambini. Vengono garantite attività pensate e che facilitano la messa in atto dei protocolli di contenimento da Covid 19. Per qualche bambino, soprattutto per i piccolissimi, si è osservata la fatica nel riprendere quella che era la relazione con il genitore. Per i più grandicelli invece si è osservata di più la voglia di mostrare le proprie conquiste, le nuove competenze e la voglia di raccontarsi.

Sicuramente i bambini, a maggior ragione quelli che vivono la difficoltà del non poter vivere con la propria famiglia a causa di problematiche, hanno vissuto questo periodo con una maggior fatica.

Il consiglio che posso dare è quello di provare a sfruttare al meglio il tempo che avrà a disposizione, senza aprire polemiche a cui purtroppo non possiamo dare una risposta, ma di far circolare le emozioni positive per il nuovo incontro con il figlio e, se in difficoltà, di affidarsi all’operatore presente. Il far circolare le emozioni positive, citandole e raccontandosi, aiutano a riavvicinarsi al proprio bambino. Noi operatori siamo li a disposizione delle famiglie che accompagniamo per un pezzo di strada.

Valentina Bresciani
Responsabile pedagogico – Cooperativa Sociale AIBC