Cosa posso fare per i migranti?

help meIn attesa di capire quale sarà la risposta europea sulla questione dei migranti, è bene sapere che chiunque può dare il proprio contributo. Come? Rivolgendosi alle associazioni che danno supporto e chiedono donazioni per sostenere i profughi; impegnandosi in prima persona tramite il volontariato; cercando di adottare un bambino a distanza o di ricorrere all’istituto dell’affido. Insomma, la gara di solidarietà è partita, anche in Italia. Ma a chi rivolgersi per avere la sicurezza di essere utile senza incorrere in sciacalli che approfittano dell’emergenza? Ecco una breve guida per chiunque voglia dare il proprio aiuto. Riportiamo la versione integrale dell’articolo pubblicato oggi, 08 settembre 2015, da La Stampa.it a firma di Niccolò Gaetani dal titolo  Cosa posso fare per i migranti?

1) A chi posso donare dei soldi con la certezza che non andranno sprecati?

Tante le associazioni e le organizzazioni non governative che hanno aperto canali dedicati esclusivamente al tema dei rifugiati. Tra queste Amnesty International, che come successo in molti altri casi è intervenuta con appelli e aiuti sul posto. Per sostenerla si può effettuare una donazione oppure acquistare un articolo del catalogo. Medici senza frontiere si occupa dei profughi siriani da tempo: opera in sei strutture ospedaliere e sostiene direttamente più di 100 cliniche e ospedali in tutto il Paese. Da qualche mese ha avviato attività di ricerca e soccorso in mare a bordo di tre navi, in collaborazione con il Migrant Offshore Aid Station, un progetto formato da operatori umanitari di varia nazionalità. È possibile inviare dei soldi ai rifugiati siriani anche sul sito della sezione italiana dell’UNHCR (l’Alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati).

2) Vorrei che la mia donazione raggiungesse i bambini siriani. Come devo fare?

Save the Children, dopo la tragedia del piccolo Aylan, il bimbo di 3 anni trovato senza vita sulla spiaggia turca di Bodrum, ha lanciato una campagna Twitter, con l’hashtag #Whyagain per cercare di porre rimedio all’emergenza bambini in fuga verso l’Europa. Sempre a proposito di Aylan, a meno di 24 ore dalla sua morte è stato attivato un fondo in suo onore. Tutti i proventi andranno all’organizzazione umanitaria Hand in Hand for Syria. Il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef) cerca di fornire acqua potabile, medicine e supporto psicologico ai migranti provenienti da Siria e Iraq.

3) È possibile sostenere progetti nei paesi di origine dei migranti?

L’OIM, l’Organizzazione internazionale per le migrazioni, oltre ad assistere i migranti nei principali punti di sbarco in Italia (in Sicilia, Puglia e Calabria) e in Grecia (nelle isole di Samo e Lesbo), organizza anche corsi di formazione per favorire l’integrazione nella società e sostenere le iniziative dei profughi giunti in Italia, con l’obiettivo di favorire lo sviluppo socio-economico e culturale dei paesi d’origine. Plan Italia invece si propone di aiutare i circa 300mila siriani – di cui quasi la metà bambini – rifugiati in Egitto, informandoli sui rischi della migrazione clandestina verso l’Europa. Finanziando questa Ong i profughi potranno beneficiare di opportunità lavorative, sostegno scolastico, integrazione nella comunità locale.

2) Quali sono le organizzazioni più attive sul territorio italiano?

La Croce Rossa da sempre mette in campo le sue risorse per accogliere e offrire un primo supporto durante gli sbarchi. Si può dare il proprio contributo acquistando on-line un articolo del merchandising, facendo una donazione, ma anche impegnandosi in prima persona come volontarioEmergency è presente in diversi ambulatori in tutt’Italia dove viene fornita assistenza medica ai migranti. Le donazioni andranno a sostenere gli ospedali in cui operano le persone che fanno parte di quest’organizzazione. È anche possibile offrirsi come volontario. IlConsiglio italiano per i rifugiati raccoglie soldi per poi impiegarli in attività di assistenza ai rifugiati, nel ricongiungimento famigliare e nella promozione del diritto di asilo. Medici per i diritti umani (MEDU) è un’organizzazione umanitaria e di solidarietà internazionale, senza fini di lucro, impegnata nell’assistenza sanitaria dei profughi tramite ambulatori e presidi in diverse città, anche italiane

3) Vorrei ospitare in casa dei rifugiati. Cosa devo fare?

La Caritas ha lanciato per il terzo anno consecutivo l’iniziativa “Rifugiato a casa mia”. Le candidature delle famiglie che intendono ospitare un profugo devono essere rivolte alle circa 20 Caritas diocesane che hanno dato la disponibilità a partecipare a questo progetto. Il responsabile del settore immigrazione dell’organismo episcopale italiano, Uliviero Forti, ha confermato che a ottobre inizierà il percorso di valutazione delle candidature. Il piano di accoglienza avrà un costo decisamente inferiore rispetto alle forme istituzionali, pur garantendo un contributo di circa 200/300 euro al mese alle famiglie e un percorso di formazione e di assistenza. L’intera iniziativa coinvolgerà circa 200 migranti, tutti maggiorenni. In Toscana, il presidente della regione Enrico Rossi ha attivato un numero telefonico per chiunque volesse aprire le porte della propria casa ai rifugiati (3316983061).

4) È possibile adottare un bambino siriano?

Se si vuole offrire un aiuto ai bambini, è possibile ricorrere all’istituto dell’affido di minori non accompagnati, di cui si occupa, tra gli altri, il progetto  Bambini in alto mare dell’associazione Ai.Bi., Amici dei Bambini. Per il momento, nonostante si siano fatte avanti più di 1800 famiglie, sono solo una quindicina gli affidamenti realmente effettuati – tutti in Sicilia. Gli ostacoli, spiega il responsabile del progetto Diego Moretti, sono soprattutto economici, in quanto i Comuni non possono sostenere il costo del mantenimento del minore affidato. Un’altra forma di aiuto è offerta dall’adozione a distanza: oltre alle grandi organizzazioni internazionali, la gran parte degli enti che si occupano di adozioni internazionali consentono di sostenere progetti di adozione a distanza. Tra queste Sos Villaggi dei Bambini AiBi hanno avviato progetti speciali per l’emergenza siriana.

5) Vorrei far sentire la mia voce sull’emergenza migranti. In che modo?

Donazioni a parte, si può partecipare alla marcia che si svolgerà venerdì 11 settembre in diverse città italiane (tra cui Milano, Venezia, Palermo e Cosenza), organizzata da personalità del mondo dello spettacolo, della cultura e del giornalismo. Il giorno dopo, a Londra, Solidarity with refugees organizza un evento simile: una sfilata per le vie della città fino ad arrivare al civico dieci di Downing Street, davanti l’abitazione del premier Cameron.

4) A chi devo rivolgermi per donare cibo, vestiti o altri oggetti utili?

Sono numerosi i gruppi e le associazioni che nel quotidiano lavorano per fornire un servizio di solidarietà ai richiedenti asilo presenti nelle varie città italiane. Chi abita a Roma può rivolgersi al centro interculturale Amici del Baobab, formato e promosso dai cittadini, che si occupa dei diritti dei migranti. A Torino si può contattare il “Comitato solidarietà rifugiati e migranti” delle occupazioni Ex-Moi e La Salette. A Parma possiamo segnalare il CIAC, Centro Immigrazione Asilo e Cooperazione onlus, che presta “supporto agli immigrati e alle associazioni di solidarietà, con una rete di sportelli su tutto il territorio provinciale”. A Milano, invece, si possono contattare, oltre alle diverse strutture di accoglienza,Memoriale Della Shoah, della Stazione centrale, divenuto un centro che ospita migranti; Fondazione Casa della carità “A. Abriani”, che ospita famiglie senza casa, giovani migranti e altre persone bisognose; Fondazione Progetto Arca Onlus, associazione di volontariato che garantisce assistenza sanitaria, legale e sociale gratuita a cittadini stranieri irregolari e non, a rom, sinti, richiedenti asilo, rifugiati e vittime della tortura.