Dal 26 aprile tutti a scuola: ecco le nuove regole

Il Presidente Mario Draghi è intenzionato a concedere a tutti gli studenti “almeno un mese” di scuola in presenza. Anche se i dubbi sulla fattibilità restano

 

Qualche apertura era nell’aria ma, forse, un cambio di posizione così repentino non erano in molti ad aspettarselo. Invece, nel corso di una conferenza stampa da Palazzo Chigi, il Presidente del Consiglio Mario Draghi e il Ministro della Salute Roberto Speranza hanno annunciato che, dal 26 aprile, tutti gli alunni (o quasi) potranno tornare a scuola in presenza.

Tutti a scuola nelle zone arancioni e gialle

Sicuramente dovrebbero farlo quelli delle regioni “arancioni” e “gialle”, mentre per le zone rosse il via libera è solo fino alla terza media, con le secondarie di secondo grado ancora al 50%.
L’obiettivo dichiarato è quello di riuscire a far fare a tutti gli studenti almeno un mese di scuola “normale”.
Soddisfazione arriva anche dal Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ma, al di là dei giusti entusiasmi per questo tentativo di un ritorno dal grande valore non solo simbolico, presidi e enti locali hanno già espresso non poche preoccupazioni.

Trasporti e spazi scolastici rimangono gli ostacoli principali

I nodi cruciali restano soprattutto due: i trasporti e gli spazi scolastici. Per i primi, lo stanziamento di 390 milioni di euro ricordato da Draghi non ha ancora realmente raggiunto i diversi referenti sui territori, mentre la limitazione della capienza dei mezzi al 50% si è già visto che è molto difficile da far rispettare.
Ancora più annoso è il problema degli spazi, perché un ritorno di tutti gli studenti al 100% in presenza riproporrà inevitabilmente quegli ostacoli con i quali tutti i Dirigenti Scolastici hanno provato a fare i conti: ingressi scaglionati, doppi turni di lezione, orari più o meno da rivedere…

Non si è più riparlato, invece, dell’ipotesi di eseguire tamponi a tappeto agli studenti, ma già nelle scorse settimane il Presidente del Consiglio aveva lasciato intendere fosse difficilmente fattibile.

Scrutini anticipati dal 1 giugno?

Un’ulteriore novità di cui si vocifera, invece, è quella della possibilità di anticipare gli scrutini al 1 giugno, anticipando, di fatto, le chiusure delle scuole, ad oggi previste quasi per tutte nel corso della seconda settimana di giugno. L’intenzione – come riporta Il Sole 24 Ore – è dare la possibilità di organizzare per tempo i corsi di recupero degli apprendimenti, “nelle modalità aperte anche a territori e terzo settore… e che dovrebbero, anche qui il condizionale è d’obbligo, andare avanti per tutta l’estate”.
Quest’ultima rimane, comunque, un’ipotesi tutta da verificare, mentre per il “tutti a scuola” il 26 aprile, i giochi sembrerebbero davvero quasi fatti.