Diamo spazio alle adozioni

severini melograni“I bambini hanno diritto alla protezione…”, ha scritto Marzia Masiello di Ai.Bi. Roma, citando l’articolo 24 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, nel suo intervento per il Manuale dei Diritti Fondamentali e Desiderabili della giornalista Paola Severini Melograni. Di seguito riportiamo il testo integrale dell’articolo di quest’ultima, pubblicato su “Sette” del 18 marzo 2016, in cui si traccia un efficace quadro dell’adozione nazionale e internazionale in Italia.  

 

Dopo le polemiche che hanno accompagnato l’abbandono dell’adozione del “configlio”, traduzione italiana del concetto – più che del termine – stepchild adoption, le sagge nonne italiane si chiedono per quale motivo non si rafforzi l’istituzione dell’adozione (e soprattutto non si semplifichi l’iter) sistema antico e meno periglioso (da qualunque lato lo si consideri) dell’utero in affitto: me lo sono chiesto anche io, più di una volta, dalle pagine di questo giornale (“Sette” del “Corriere della Sera”, ndr) e dalle frequenze di Radio Rai Gr Parlamento. Dunque, i problemi sono vari e impediscono l’esercizio di questo doppio diritto, che deve far sì che i minori abbiano una famiglia e che le famiglie possano adottare. Le coppie italiane senza figli aumentano in modo esponenziale e così pure la “voglia” di fare figli per chi non riesce ad averne.

I bambini italiani adottabili sono pochissimi, ma quei pochi non vengono adottati anche perché la banca dati dei minori adottabili e delle famiglie disponibili è operativa solo per 11 Tribunali dei minorenni su 29 esistenti e loro sono o “troppo” grandi (dichiarati adottabili tardi) o con gravi handicap.

Il Ministero della Giustizia lo scorso anno riportava la cifra di 300 minori adottabili (senza specificarne età ed eventuali problemi fisici o psichici) che languono negli istituti. Per quello che riguarda le adozioni internazionali, invece, soluzione auspicabile come spiegato su Sette del 20 novembre 2015, la Cai (Commissione deputata a questo fine della Presidenza del Consiglio), è ancora chiusa a riccio nei confronti dei pochi coraggiosi aspiranti genitori che hanno intrapreso questa sfida e che aspettano da anni. Sono certa che se in questo caso si ritenesse una priorità lo snellimento della burocrazia, tutte le famiglie italiane ne avrebbero giovamento.