“Donne iraniane, non siete sole!” Il Forum delle Associazioni Familiari si schiera al fianco di chi sta combattendo per la libertà in Iran

Anche Ai.Bi. ha sottoscritto l’appello “delle donne e degli uomini” del Forum delle Associazioni Familiari alla solidarietà verso i movimenti di protesta in Iran e di condanna della violenta repressione in atto

Non si ferma, in Iran, la protesta delle donne e di parte della società civile in seguito alla morte della giovane Mahsa Amini, arrestata dalla polizia morale di Teheran perché non indossava il velo nella maniera corretta.
E mentre gli ultimi aggiornamenti di cronaca raccontano che è salito a 8 il numero delle vittime del grande incendio sviluppatosi nel carcere di Teheran, dove sono detenuti anche diversi attivisti arrestati, tra i quali l’italiana Alessia Piperno (la Farnesina ha confermato che la ragazza sta bene), la solidarietà verso le donne iraniane, i movimenti di protesta e la condanna della violenta repressione in corso si espande sempre di più.
Anche il Forum delle Associazioni Familiari ha sottolineato la propria posizione con un appello che chiede “la fine di questi atti che offendono la dignità e la libertà delle donne”.
La lettera aperta, che riportiamo integralmente di seguito, è stata firmata anche da Ai.Bi. – Amici dei Bambini.

Appello delle donne e degli uomini del Forum Famiglie

Di fronte alle violenze fisiche e culturali che da molti mesi si perpetuano in Iran nei confronti delle donne, la comunità delle donne e degli uomini delle nostre associazioni è unanime nel deplorare questi comportamenti e invita istituzioni, comunità religiose e associazioni a sottoscrivere il nostro appello per sostenere la fine di questi atti che offendono la dignità e la libertà delle donne.
È importante condurre insieme – uomini e donne – questa battaglia per un vero cambio culturale.

Donne iraniane, non siete sole!
Non si può essere arrestate, per poi morire, a causa di una ciocca di capelli fuori posto sotto il velo.
Non si può essere vittime, ancora oggi, di matrimoni forzati (profondi e sofferenti, da far venire i brividi, sono gli occhi delle spose-bambine), stupri impuniti. È intollerabile essere schiave di lavori disumani, di tratte; non si può essere condannate “all’analfabetismo”. Tante e troppe sono le discriminazioni, gli abusi e le ingiustizie che nell’epoca attuale molte donne in diverse parti della Terra subiscono sulla loro pelle silenziosamente.
Se da un lato nei paesi civili sempre più donne faticosamente e meritatamente conquistano ruoli di prestigio e riescono a occupare spazi che fino a pochi anni fa erano riservati ai soli uomini, dall’altro diversi sono i Paesi in cui anche solo la strada verso la conquista della libertà, del rispetto e della tutela dei diritti del mondo femminile è totalmente al palo.
Il grido di dolore che si è levato in questi giorni tra le donne e gli uomini iraniani mobilitatisi per far ascoltare la loro voce di protesta dopo la morte della ventiduenne Mahsa Amini è giunto fino a noi, togliendoci il fiato: colpiscono profondamente le immagini di ragazze e giovani che, letteralmente stremate da una irragionevole compressione dei loro diritti, sfidano il regime per il sacrosanto riconoscimento delle loro libertà. Tocca e commuove, soprattutto, il loro grande coraggio di rischiare persino la vita. E il pensiero va ad Alessia Piperno, la nostra connazionale arrestata e a tutti coloro che si sono uniti a sostegno delle iraniane. No, non si può restare a guardare.
Nel momento in cui osserviamo una nostra figlia studiare, lavorare, formarsi, esprimere desideri e aspettative, parlare di futuro, sognare, vestirsi liberamente, pensiamo che contemporaneamente ci sono luoghi in cui molte sono le donne a cui anche il solo decidere “cosa indossare e come” è negato e a loro va tutto il nostro sostegno, la nostra solidarietà.
Ci uniamo, dunque, al coro di appelli che si stanno susseguendo in questi giorni per chiedere a gran voce il riconoscimento e la tutela della libertà di queste donne, cittadine degne del mondo come noi e come noi, quindi, con il diritto di esprimersi, realizzarsi e formarsi in alleanza con l’universo maschile. Chiediamo che il dialogo tra le parti e l’ascolto dei giovani manifestanti prendano il posto delle ostilità, della violenza, della chiusura; auspichiamo che a livello internazionale si cooperi affinché queste nostre madri, sorelle, figlie abbiano la possibilità di contribuire a costruire, attraverso idee, conoscenze, talenti ed azioni, un mondo migliore.