Election Day 2022. Nelle urne il futuro dell’Italia: famiglie sempre più piccole

Tra le primissime sfide che il prossimo parlamento che verrà eletto il 25 settembre dovrà affrontare c’è quella della famiglia: secondo l’Istat, nell’arco di 20 anni le famiglie con figli saranno meno di un quarto. Quelle con figli tra 0 a 19 anni, meno del 15%!

Dopo i giorni frenetici della campagna elettorale, mai così corta come quest’anno, anche se l’impressione potrebbe non essere questa…, è arrivato “l’election day”: solo domenica 25 settembre, fino alle ore 23:00, quasi 47 milioni di italiani sono chiamati a decidere quale sarà il parlamento che dovrebbe rimanere in carica per i prossimi 5 anni, anche se ben sappiamo quanto in Italia una legislatura non arrivi mai alla fine del mandato senza scossoni o “cadute”.
Comunque vada, da lunedì non sarà più il tempo delle promesse, ma quello dei fatti.

Oltre l’election day: famiglia priorità numero uno per il futuro

E tra questi fatti, ce n’è uno che dovrebbe essere messo in cima alle priorità: la famiglia! Qualcuno, come Ai.Bi. lo sostiene da tempo, tanti altri annuiscono, ma passano oltre. Ora, però, davanti all’ennesima conferma che arriva dalle nuove previsione dell’Istat aggiornate al 2021, fare finta di nulla non è più possibile.
L’allarme è serio, urgente e di dimensioni epocali, nel senso letterale della parola: il calo della popolazione non si ferma e, a questi ritmi, entro il 2070 la popolazione scenderà sotto i 50 milioni di italiani, ma già entro il 2050 il calo sarà di circa 5 milioni di persone. Il rapporto tra nascite e decessi è negativo da ormai diversi anni e i flussi migratori, per quanto in crescita, non riescono a bilanciare la situazione.
Ma è sul versante delle famiglie che i dati si fanno ancora più impressionanti: se il trend innescato continuerà a questi ritmi, nell’arco di 20 anni le famiglie con figli saranno meno di un quarto del totale, con la diminuzione maggiore proprio per le famiglie con figli tra 0 e 19 anni, che passerebbero dai 5,3 milioni del 2021 ai 3,9 milioni del 2041: appena il 15% del totale.
Paradossalmente, a livello generale, il numero delle “famiglie” aumenterà di circa un milione, ma si tratterà di nuclei formati sempre più da single o coppie senza figli, con il numero medio di componenti che, sempre entro il 2041, arriverà a 2,1. “Se tali tendenze dovessero proseguire – sottolinea l’Istat – le coppie senza figli potrebbero numericamente sorpassare quelle con figli già entro il 2045”.
A pesare è anche la crescente instabilità familiare, che porta all’aumento dei nuclei formati da un genitore solo con figli, anche se, è la nota dell’Istituto di Ricerca: “Nel complesso, l’aumento dei genitori sul totale delle famiglie rimane comunque di modesta entità, in quanto contrastato dal continuo calo delle nascite, nonché dalla tendenza a riaggregarsi ad altre famiglie o a formare famiglie ricostituite”.

Conseguenze di livello sociale, culturale ed economico

Le conseguenze sono evidenti sul piano culturale e sociale, ma spaventano anche il versante economico e di stabilità del Paese: se, oggi, gli over 65 anni sono il 23,5% della popolazione, entro il 2050 diventerebbero il 34,9%. Viceversa, i minori di 14 anni passerebbero dal 12,9% del totale degli italiani all’11,7%. Nel frattempo, le generazioni del cosiddetto “baby boom” degli Anni ’60 e la prima metà degli Anni ’70 raggiungeranno l’età pensionabile, facendo calare drasticamente il dato della popolazione in età lavorativa: il rapporto tra individui del gruppo 15 – 64 anni, ovvero quelli in età da lavoro, rispetto ai gruppi 0-14 e over 65 (in età non lavorativa) passerebbe da essere tre a due a essere uno a uno.
Come si usa dire: se non vogliamo trovare una soluzione perché crediamo che la famiglia sia la base sociale e culturale di un Paese, troviamola perché altrimenti i conti non tornano più. A nessun livello.