Elezioni politiche 2022. Lotta alla denatalità: ecco cosa prevedono i vari partiti

Lega: flat-tax familiare commisurata al numero di figli. PD: scuola dell’infanzia obbligatoria e gratuita e 10.000 euro ai 18enni .Terzo polo: coinvolgimento terzo settore per piena attuazione Familiy Act e PNRR. Movimento 5 Stelle: nulla

Che la costante crescita della denatalità sia uno dei più grossi problemi per il futuro dell’Italia è una cosa ormai nota da tempo a tutti. Gli allarmi dell’Istat si susseguono e l’ultimo ha già annunciato un nuovo “record” di nascite, naturalmente al ribasso, per il 2022. La questione è molto complessa e implica una discussione che dovrebbe articolarsi su più livelli, da quello prettamente valoriale, a quello più economico, visto che meno nati significa un calo e un invecchiamento della popolazione, con conseguenti problemi economici a livello di PIL e di sostegno del welfare e dei servizi.
Il Forum delle Famiglie si batte da anni su questo fronte e l’organizzazione delle due edizioni degli Stati Generali della Natalità hanno avuto senza dubbio il merito di porre la questione della natalità all’attenzione di tutti, prove ne sia il fatto che in quasi tutti i programmi elettorali si trova un accenno alla questione.

Lotta alla denatalità nei programmi elettorali: la Lega

Quello che dedica più spazio al tema è probabilmente il programma della Lega, come capita, però, per diversi argomenti, data la mole di pagine (202) e la scelta politica di far rientrare nel programma tutte le questioni possibili.
A pagina 69 si legge: “La Lega intende realizzare politiche che accompagnino la famiglia, la tutelino dagli attacchi ideologici e creino le condizioni perché questa possa vivere e svolgere le sue molteplici funzioni fondamentali per il benessere di tutta la società”.
Un po’ vaghe, a dire la verità, come spesso capite, la proposte “concrete” con cui perseguire questo obiettivo: potenziare “le misure a favore della maternità e della sinergia tra lavoro e vita familiare, specialmente per le donne; puntando sulla realizzazione e l’istruzione dei giovani e garantendo un ambiente fiscalmente favorevole alla famiglia. La formazione di nuove famiglie va incentivata, sostenuta e promossa attraverso specifiche politiche familiari che per definizione devono essere universalistiche proprio perché ogni famiglia è un bene comune”. A livello economico viene proposta una non meglio precisata “flat-tax familiare con no-tax area commisurata al numero dei figli” e “l’adozione di incentivi per tutte le famiglie, in particolare le giovani coppie, le madri e le famiglie che assistono un anziano o un disabile”. Nessuna menzione, invece, per l’Assegno Unico.

Combattere la denatalità secondo il Pertito Democratico

Assegno Unico che è, invece, la prima misura nominata nel capitolo del programma del Partito Democratico dedicato alla promozione delle “politiche di sostegno per la famiglia, anche per affrontare il problema della povertà infantile, della denatalità e dell’inverno demografico”. In particolare, il PD scrive (pag.27) di voler “migliorare ulteriormente l’Assegno unico e universale per i figli a carico […] potenziando le clausole di salvaguardia, in particolare per le persone con disabilità e le famiglie con figli disabili, e rivedendo il peso della prima casa nel calcolo dell’ISEE utilizzato per l’Assegno unico”. Il tema della natalità trova spazio anche qualche pagina più avanti (pag. 33) all’interno del capitolo “Un Paese per giovani” dove vengono proprio richiamati i dati dell’Istat, ma accompagnandoli con un’interpretazione un po’ diversa, sottolineando come “il numero effettivo di figli che le persone riescono ad avere non rende ragione al diffuso desiderio di maternità e paternità presente nel nostro Paese”. Il presupposto, in sostanza, è che tanti giovani, che magari hanno già un figlio, ne vorrebbero un secondo, ma non sono messi nelle condizioni di poterselo permettere. Da qui le proposte di “una dotazione di 10.000 euro, erogata al compimento dei 18 anni sulla base dell’ISEE familiare, per coprire le spese relative alla casa, all’istruzione e all’avvio di un’attività lavorativa”. Nel programma è indicato anche dove reperire le risorse: ovvero la “modifica dell’aliquota dell’imposta sulle successioni e donazioni superiori ai 5 milioni di euro”. Seguono una serie di altre proposte volte a favorire l’inserimento lavorativo dei giovani e la giuste retribuzione, oltre a un “azzeramento dei contributi per le assunzioni a tempo indeterminato dei giovani fino a 35 anni”; il potenziamento del “Fondo di garanzia mutui per la prima casa” e l’introduzione “di un contributo affitti di 2.000 € per studenti e lavoratori (under 35) in base al reddito”; l’introduzione di “una pensione di garanzia”.
Un ultimo accenno alla natalità arriva a pagina 37, al capitolo “Diritti e Cittadinanza” dove il PD scrive di voler combattere le disuguaglianze precoci con un “Piano per l’infanzia, rete di servizi a supporto di minori e famiglie, scuola dell’infanzia obbligatoria e gratuita e pieno accesso ai servizi psicoterapeutici a scuola”.

Terzo Polo contro la denatalità

Il Terzo Polo a “Famiglia e Natalità” dedica un capitolo del programma dove, per contrastare la denatalità crescente, vengono messi insieme il sostegno alla natalità e la gestione dei flussi migratori. Il programma sottolinea l’approvazione del Family Act da parte del Governo Draghi (contenente l’aumento delle risorse per gli asili nido con un investimento da 4,6 miliardi di euro, e l’introduzione dell’Assegno Unico Universale) sottolineando come sia necessario, ora, darne piena attuazione. In particolare Azione e Italia Viva propongono di potenziare l’assegno unico e universale “con aumento della maggiorazione in caso di secondo percettore di reddito e revisione dell’ISEE”; garantire assegni di rimborso per le spese educative e le spese sostenute per i figli con disabilità; dare attuazione del piano asili nido che è parte del PNRR; potenziare il bonus asilo nido con la gratuità per i nuclei famigliari con ISEE sotto i 25 mila euro e sussidi a decrescere per ISEE da 25 a 40 mila euro; rimborsare le spese di baby-sitter, badanti per genitori anziani o educatori per figli disabili; rendere strutturale “il contributo agli enti locali per la realizzazione dei centri estivi, con il coinvolgimento del Terzo Settore”. Qui, il Terzo Polo si segnala come l’unico che cita specificatamente il Terzo Settore legato al tema della natalità e del supporto alle famiglie.
Come si diceva, la natalità torna anche nel capitolo sull’immigrazione, dove viene proposto “oltre che attivare forti politiche a sostegno della natalità, a favore dei giovani e del loro ingresso nel mercato del lavoro e a tutela della famiglia”, anche un serio governo dei flussi migratori “con politiche pragmatiche e gestibili”, che però non vengono meglio specificate.
In generale, sui temi della natalità, manca un accenno alle fonti da cui ricavare le risorse, ma è vero che il riferimento al Family Act e al PNRR potrebbe implicitamente già contenere le risposte”.

Infine, tra i principali attori politici, il Movimento 5 Stelle è l’unico che sulla questione della natalità non fa alcun accenno all’interno del suo programma.