Eterologa in Italia: come cercare l’ago in un pagliaio

eterologa1L’eterologa? Alla fine della fiera è il solito business internazionale, made in Italy. Le coppie che scelgono di mettere al mondo un bambino, ricorrendo al seme o all’ovulo da fecondare di un terzo donatore, dal settembre 2014 possono farlo per legge anche in Italia. Peccato che la domanda superi di molto l’offerta. Ai centri autorizzati ad effettuare il ‘tradimento’ in provetta, manca sufficiente materiale genetico. In particolare ovociti. E così per non farsi scappare clienti è tutta una corsa a stringere accordi e collaborazioni con realtà europee.

Chi con le provette ci lavora, lancia timide suggestioni legislative per favorire quella che chiama la ‘cultura dell’eterologa’, ricordando per esempio che in Spagna, il rimborso è di circa 1000 euro per donazione. In fondo, il prezzo per il valore del ‘disturbo’ è congruo. Perché- chiariscono- una donna fertile deve sottoporsi a una stimolazione ormonale della durata di un paio di settimane, con monitoraggi ecografici e ormonali e un piccolo intervento chirurgico per un atto totalmente volontaristico. Senza dire che negli Stati Uniti la compravendita è legale: è il prezzo per ogni donazione oscilla dagli 8 ai 12 mila euro.  E in Italia? La legge c’è, ma il business dell’eterologa deve scontrarsi con un dato di fatto: le potenziali donatrici sono donne che magari stanno seguendo per proprio interesse un trattamento ormonale per restare incinte. Essendo infatti le coppie sempre più in là con l’età, anche con seme e ovuli sani ‘autoprodotti’, serve un aiuto dalla scienza. Quando le donne sono in terapia per la propria fecondazione omologa, sono di solito più propense a donare. Il problema è che nei centri specializzati si rivolgono donne che sempre più frequentemente hanno un’età maggiore di 35 anni, limite massimo in cui una donna può donare i propri ovociti. Inoltre, cercando loro stesse una gravidanza, sono restie a donare parte dei loro ovociti poiché questo può ridurre la loro probabilità di successo.

Una impasse culturale, dunque, unita a un ostacolo fisiologico.

Metti insieme la gratuità della donazione, la diffidenza culturale verso tale atto e la rarità delle under-35 e il fallimento dell’eterologa in Italia è servito. E così, nonostante la legge, al momento andare all’estero è la strada più semplice da percorrere per garantire l’eterologa a tutte le donne che la richiedono.

Stando ai dati dell’Osservatorio Europeo, in Italia le coppie disposte a seguire questa strada sono circa 10mila ogni anno. E’ evidente che dietro ai soliti slogan che inneggiano al diritto al figlio, si celano interessi enormi. Dietro alle mamme della provetta, ci sta mammona.

 

Fonte: Agoravox