EurAdopt. L’adottato al centro!

La 15^ edizione della conferenza sull’Adozione, organizzata da EurAdopt, ha proposto interessanti riflessioni sull’impatto generazionale dell’adozione e la centralità assoluta della figura dell’adottato

Il 17 e il 18 aprile 2024, oltre 180 professionisti provenienti da 20 Paesi europei e non si sono radunati nella città universitaria di Cambridge, in Gran Bretagna, per partecipare alla quindicesima Conferenza sull’Adozione organizzata da EurAdopt, il network di cui fanno parte 25 dei principali enti autorizzati che si occupano di adozione internazionale in Europa, tra i quali Ai.Bi. – Amici dei Bambini.
La Conferenza 2024 di EurAdopt si è concentrata sul tema dell’impatto generazionale dell’adozione, esplorando l’adozione dal punto di vista degli adottati, dei genitori adottivi, dei nonni e dei fratelli naturali all’interno delle famiglie adottive.
Nel corso delle due giornate dei lavori sono state presentate ricerche ed esperienze riguardanti coloro che a tutti gli effetti sono i principali “stakeholder” dell’adozione; sono state altresì prese in considerazione le tante sfide che oggi si trovano ad affrontare tutti coloro che garantiscano i servizi indispensabili per la creazione di nuove famiglie adottive.

Testimonianze preziose

13 gli speaker che si sono succeduti sul palco dell’auditorium del Fitzwilliam College di Cambridge.
Elsbeth Neil, professoressa di Social Work presso l’Università di East Anglia di Norwich, in Gran Bretagna, ha l’illustrato l’esperienza di 40 adulti adottati nel momento in cui sono diventati genitori e di altrettanti genitori adottivi che sono diventati nonni. L’obiettivo era cercare di comprendere cosa succede nel momento in cui arriva all’interno di una famiglia adottiva la “terza generazione”. Chi è stato adottato ha sperimentato alti livelli di avversità nella prima infanzia così come perdite legate all’adozione; le famiglie adottive hanno dovuto affrontare molte sfide nel corso degli anni e quando chi è stato adottato diventa a sua volta genitore si presentano nuove sfide. Le evidenze, però, mostrano come fortunatamente nella maggior parte dei casi si tratta di svolte positive nella vita sia dei “nuovi” genitori sia dei nonni.
Esperienze “generazionali” sono state raccontate anche in prima persona da George Kinnon e Shenaz Drury, rispettivamente genitore e nonno adottivo e adulta adottata, ora mamma adottiva a sua volta, che hanno voluto condividere come il fatto di essere stati adottati abbia influenzato Shenaz nel diventare a sua volta genitore adottivo, e da Joanna Burnet Sharpe, adottata molti anni fa in Sri Lanka e ora madre adottiva dopo aver cercato per anni di costruirsi una propria identità.

La centralità dell’adottato

Di particolare interesse e rilevanza, tanto più in questi anni in cui il numero di adozioni sta diminuendo senza soluzione di continuità, l’intervento di Madhavi Mhatre, assistente sociale indiana e consulente presso il Worldchildren Welfare Trust India, che ha voluto evidenziare le opportunità garantite ai minori adottati grazie al loro inserimento in un nuovo contesto familiare rispetto ai tanti care leavers che sono rimasti in istituto e sono poi dovuti crescere senza una guida parentale.
Tra coloro che hanno preso la parola nel corso della Conferenza vi sono state anche Rosa Rosnati, professoressa ordinaria di Psicologia sociale presso l’Università Cattolica di Milano (partner di Ai.Bi. nell’implementazione del progetto di cooperazione finanziato dalla Commissione per l’Adozione Internazionale avviato lo scorso novembre in 4 Paesi del Centro America), che ha approfondito il tema dell’identità degli adottati nell’ambito dei tortuosi percorsi all’interno delle reti familiari e sociali, e la Dott.ssa Pregliasco dell’Istituto degli Innocenti che ha presentato a livello internazionale i risultati della ricerca condotta in Italia sui fallimenti adottivi.
La Conferenza organizzata da EurAdopt ha confermato ancora una volta la sua rilevanza per tutti gli operatori dell’Adozione Internazionale, permettendo ai rappresentanti delle 5 autorità centrali europee presenti, nonché ai tanti operatori e funzionari accorsi anche facendosi carico di lunghi viaggi dalla Corea del Sud e dalla Nuova Zelanda, di confrontarsi sulle prassi da seguire e di entrare in contatto diretto con molteplici esperienze di vita, risultato delle tante azioni e decisioni che quotidianamente chi lavora nel meraviglioso mondo dell’adozione deve prendere. Esperienze di vita che ribadiscono la centralità assoluta della figura dell’adottato, che non si esaurisce con la conclusione della propria procedura di adozione ma che, anzi, si rinnova nel corso della vita.

Informazioni e domande sull’adozione internazionale

Chi sta considerando un’adozione internazionale o semplicemente desidera avere maggiori informazioni a su questi temi, può contattare l’ufficio adozioni di Ai.Bi. scrivendo un’e-mail a adozioni@aibi.it. Per vedere tutti gli appelli attualmente pubblicati si può andare alla pagina dedicata al progetto “Figli in attesa”. Dona per il Fondo Accoglienza Bambini Abbandonati Dona per il Fondo Accoglienza Bambini Abbandonati