Friuli Venezia Giulia. “Si possono avere due mamme o due papà”: chi ha detto che la teoria gender non esiste?

libro genderPossibilità di avere due mamme o due papà e “famiglie sottosopra”. Sono questi alcuni dei contenuti di “L’acero rosso”, un libro di testo adottato in alcune classi di scuola primaria del Friuli Venezia Giulia. Concetti riferibili alla teoria gender che hanno acceso la polemica politica, alla luce della preoccupazione espressa dai genitori dei bambini. I quali si sono trovati davanti a libri che parlano ai loro figli di argomenti la cui trattazione sarebbe stata esclusa, all’inizio dell’anno scolastico, dai docenti delle stesse scuole in cui poi quei testi sono stati adottati. E nonostante questo c’è ancora qualcuno che sostiene che la teoria gender non esista.

Così, i piccoli alunni di una seconda elementare di Aviano, in provincia di Pordenone, e di una quinta elementare di Morpurgo di Trieste, hanno potuto leggere passaggi come questo: “Si può avere lo stesso colore, essere multicolori e perfino tigrati. È bello collaborare, ma anche oziare pigramente. Si può essere adottati o avere due mamme e due papà. Si può stare sottosopra oppure sopra e sotto”.

Immediate le reazioni indignate di molti genitori. “Questo è un testo di scuola elementare – ha fatto notare una mamma -. Due mamme e due papà? E questo nonostante sia in un colloquio privato sia in assemblea con i genitori, ci avevano assicurato che questi temi non sarebbero stati trattati. Perché noi genitori non possiamo sapere cosa si insegna nelle scuole pubbliche ai figli?”

A denunciare per prima il caso a livello politico è stata il consigliere regionale leghista Barbara Zilli che, annunciando un’interrogazione urgente in Consiglio, si è chiesta: “che esempio dà la scuola ai nostri bambini?” La polemica è montata anche su Facebook quando il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Luca Ciriani ha postato l’immagine della pagina “incriminata”: “E ci hanno accusato di inventare allarmi propagandistici quando abbiamo accusato le teorie gender – ricorda Ciriani -! Non è possibile che la scuola calpesti in questo modo la famiglia tradizionale, quali valori possiamo trasmettere ai nostri bambini se già dalle elementari insegnano loro che non c’è differenza tra uomo e donna”.

A difendere “L’acero rosso” interviene la consigliere regionale del Partito Democratico Chiara De Giau, che sostiene  che, nell’attuale contesto sociale, “è normale trovare in un libro che la famiglia può essere di diversi tipi”. Sulla stessa linea anche Eleonora Frattolin, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, che parla di fantomatica teoria gender usata come spauracchio”.

Prova a chiudere la polemica Nicola Callegari, consigliere regionale dell’Udc: “Quando si educa – spiega – parlare di famiglia significa parlare di una istituzione naturale riconosciuta dalla Costituzione. Il rispetto dell’essere umano deve essere pieno, ma va riconosciuta la naturalità delle cose. Il legislatore sostiene che altre realtà non sono famiglie. Punto”.

 

Fonti: Il Gazzettino, Messaggero Veneto