Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia: una generazione senza più mamma e papà

20 Novembre, si celebra la Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia. Il garante della privacy ha deciso il ritorno a “genitore 1” e “genitore 2”. Quale futuro attende i nostri bambini?

Giornata mondiale infanziaOggi, 20 novembre, celebriamo un ricorrenza importantissima. Una ricorrenza che dovrebbe essere una festa per tutti i bambini del mondo. Già, dovrebbe. Ma come sarà il futuro dei bimbi? Quale realtà li attende? Come tutti sappiamo, la parola più bella che un bambino possa pronunciare, ma anche la prima parola che ogni genitore si aspetta  con trepidazione, è una sola: quel nome che riempie di gioia: “mamma”!  E’ in quel momento che corri al telefono , con il cuore trepidante:  “ha detto mamma! “. E, mentre lo dici, un nodo di commozione ti stringe la gola. “Ha detto mamma ” …

Sono padre di tre figli adottati, oramai diventati adulti, ma ancora oggi quel nome, “papà “, mi fa percorrere la schiena da forti brividi. In quelle quattro semplici lettere c’è tutta la mia, la nostra vita : ti senti orgoglioso, grande, invincibile, indispensabile, appagato …  in una sola parola, felice. “Papà!” “Eccomi sono qui, qui per te”.

È  di pochi giorni fa la notizia della pronuncia del garante della privacy, che ha bocciato la recente modifica delle carte d’identità voluta dal Ministero dell’Interno. Una modifica che ristabiliva i termini “padre” e “madre”, in luogo degli asettici e insignificanti “genitore 1” e “genitore 2”. Niente, secondo il garante, non si può fare. Neanche il Governo, a quanto pare, può farlo. Con questa pronuncia, con questa scelta non si vogliono solo cancellare i due sostantivi  più importanti della nostra vita, come della vita di chiunque. No, non è solo questo. Perché nel momento in cui si da così poca importanza ad una relazione fondamentale come quella che intercorre fa una madre, un padre e i loro figli, questo significa far calare l’oblio su uno dei più grandi scandali della società contemporanea.

Perché oggi sappiamo quante siano le specie animali in estinzione, addirittura siamo in grado di calcolare quanti anni intercorreranno prima della loro scomparsa dalla faccia della terra. Di queste sappiamo tutto. Eppure non sappiamo quanti siano oggi, nel mondo, i bambini costretti a vivere senza una mamma e un papà. E questo è precisamente uno scandalo.

Ogni anno l’Unicef pubblica un esaustivo rapporto su tutti i mali che colpiscono l’infanzia in ogni Paese della terra. C’è di tutto, dall’accesso all’educazione a quello all’acqua. Di tutto, sì, ma manca un solo “male” : quello dei bambini che vivono senza una mamma e un papà.

Il risultato di questo modo di pensare è che oggi noi non sappiamo minimamente quanti siano i minori che, nel mondo, vivono senza una mamma e un papà, cioè quanti non sono più figli (ciascuno nasce figlio, ma se poi non vive con una famiglia, figlio non lo è più). Il prossimo anno festeggeremo il 30esimo anniversario della Convenzione dei Diritti dell’Infanzia (1989), una grande conquista indubbiamente, che ha ispirato centinaia di leggi nazionali per la protezione, tutela  ed educazione dei minori, ma che, purtroppo, non è stata capace di affermare il primo e il più fondamentale di tutti i diritti: il diritto di essere figlio!

Il diritto (e la gioia) di poter pronunciare il nome “mamma” e il nome ” papà “. Un diritto che, evidentemente, per la nostra società non è più degno di questo nome.

Marco Griffini

Presidente Ai.Bi.