Giovani fuori famiglia: entra in gioco l’intermediatore sociale

Che fine fanno i giovani senza famiglia quando escono dagli istituti? Quali sono le maggiori difficoltà per la loro piena inclusione sociale? Come aiutarli in questo passaggio che loro stessi definiscono un “secondo abbandono”?

Per rispondere a queste complesse tematiche Ai.Bi. ha sviluppato il progetto “Supporting life after institutional care”, una nuova iniziativa che mira ad attivare in via sperimentale un innovativo servizio di accompagnamento dei neo-maggiorenni in uscita dai percorsi di tutela nel medio-lungo periodo. L’iniziativa, co-finanziata dal programma europeo PROGRESS, prevede l’inserimento di figure specializzate – denominate intermediatori sociali – in tre realtà europee quali Bologna (Italia), Sofia (Bulgaria) e Bucarest (Romania).

Questa nuova attività  si inserisce come naturale tappa in un percorso conoscitivo che vede il settore culturale di Amici dei Bambini,  impegnato da anni nella ricerca e sperimentazione sociale sulla delicata tematica dei giovani fuori famiglia in uscita dal sistema di protezione dell’infanzia. 

Gli intermediatori lavoreranno per un anno a titolo sperimentale a Bologna, Sofia (Bulgaria) e Bucarest (Romania), accompagnando i ragazzi nel momento in cui escono dalle comunità residenziali. L’obiettivo è prevenire il rischio di esclusione sociale. Un pericolo concreto per questi  giovani, in gran parte stranieri, senza una famiglia alle spalle e una vita quasi interamente  trascorsa in comunità.

Nello specifico l’intermediario opererà  in un rapporto adulto-adulto che si differenzia da quello tra educatori e minori, come consulente e orientatore nelle scelte che i ragazzi dovranno  fare negli ambiti del lavoro, della casa, del tempo libero.  Alla fine di questo graduale percorso verso l’autonomia, il care leaver avrà finalmente  acquisito le competenze necessarie per rapportarsi autonomamente con il mondo esterno. Un altro compito dell’intermediario è assumere il ruolo di mediatore tra le comunità di provenienza dei ragazzi e i servizi sociali sul territorio, per poter intraprendere iniziative mirate alla loro inclusione sociale.

Per  preparare al meglio queste nuove figure professionali, a fine Settembre a Sasso Marconi (Bologna), Ai.Bi. ha promosso una formazione europea specifica alla quale hanno partecipato più di venti operatori sociali provenienti da Italia, Romania e Bulgaria, insieme  ai rappresentanti dei servizi sociali e dei Comuni di Bologna, Sofia e Bucarest.

La formazione si è svolta positivamente, in collaborazione con il Comune e l’ASP Irides di Bologna, la Cooperativa ARIMO e l’Istituto per i Diritti e l’Educazione. Gli intermediari sociali stanno già operando a livello locale per favorire un pieno inserimento  di questi ragazzi.

Il progetto prevede la collaborazione  attiva dei Comuni e dei Servizi Sociali delle città interessate, il coinvolgimento di associazioni no-profit presenti sul territorio, la collaborazione di Università e Istituti di ricerca europei. Da segnalare anche la presenza  di associazioni di giovani ex-istituzionalizzati come  l’associazione Agevolando di Bologna, già impegnate in passato  in campagne di sensibilizzazione sulla tematica in seno al network internazionale Il Melograno, promosso da Amici dei Bambini.