Gli adolescenti: “Vogliamo genitori, non compagnoni”. Ma sulla tecnologia mamma e papà non hanno scampo

genitori figliGli psicologi lo hanno sempre sostenuto. Ora lo confermano anche le statistiche. Nei loro genitori i ragazzi cercano punti di riferimento, non ‘compagnoni’. Presenze rassicuranti, quindi, ma anche pilastri capaci di imporre delle regole. “Il che non significa essere rigidi e sordi al dialogo, anzi: i divieti vanno sempre motivati. Ma fingere di essere sullo stesso piano dei figli è sbagliato e fuorviante, e non quello che loro desiderano”. Così Monica Giuliani, life coach per genitori e autrice di “Adolescenti – Cosa faccio quanto non mi vedi”, commenta i risultati dell’indagine “Osservatorio Adolescenti 2014”. Da quanto emerso su un campione di 1.553 ragazzi tra i 12 e 18 anni, quando si tratta di affrontare un problema, il 48,2% di loro chiede aiuto agli adulti e solo un 20,9% si rivolge ai coetanei. Genitori e amici sono invece alla pari (44,8% e 45,7%) quando si tratta, per i ragazzi, di scegliere di chi fidarsi.

Ma, così come è giusto che l’adulto metta dei paletti, è altrettanto normale che il giovane cerchi di aggirarli. “Saltare la scuola, provare a fumare di nascosto, portare una ragazza a casa quando non c’è nessuno sono riti di passaggio al quale l’adolescente si sottopone per mettersi alla prova – spiega ancora Giuliani -: perdono di valore se compiuti con il benestare dei grandi.

Le regole, del resto, pare vengano accettate tutto sommato di buon grado dagli adolescenti di oggi: per il 75% di loro vanno bene e solo il 20% le giudica eccessive. “Anche perché le restrizioni attuali sono molto più blande rispetto a un tempo – dice Maurizio Tucci, curatore dell’indagine “Abitudini e stili di vita degli adolescenti italiani” -. Fino a 20 anni fa il conflitto genitori-figli era assai più aspro”.

Anche perché i genitori sembrano aver perso un treno che invece i loro figli adolescenti non solo hanno preso in perfetto orario, ma sono in grado di condurre perfettamente: quello della tecnologia. “Quello virtuale è un mondo parallelo al quale gli adulti non hanno accesso – denuncia il sociologo Nicola Ferrigni, direttore dell’Osservatorio Generazione Proteo di Link Campus University. Insomma, gli adolescenti non temono il controllo parentale sui social network. “Hanno una tale padronanza delle tecnologie che non fanno alcuna fatica a depistare i genitori – precisa Tucci -. Li coinvolgono solo in caso di pericolo”. Sarà per questo che ben il 59% degli intervistati ha accettato l’amicizia dei genitori su Facebook. Resiste un 45%, però, che dichiara che sarebbe infastidito se i genitori vedessero tutto ciò che scrive su Internet e 1 su 5 ammette che mamma e papà non sanno tutto ciò che fa. Insomma la tradizionale riservatezza degli adolescenti è dura a morire.

Ma che cosa intimorisce di più i giovani di oggi? Non tanto la possibilità di essere sgridati o puniti, quanto piuttosto il dover vedere la tristezza negli occhi di mamma e papà e sentirsene la causa. A quanto pare, quindi, un genitore deluso è peggio di uno in collera.

In generale, però, gi adolescenti continuano a idealizzare la propria famiglia di origine, che per loro resta depositaria di sani principi. Nonostante il 18% dei ragazzi non viva con il proprio padre e, di questi, 8 su 10 abbiano genitori separati o divorziati. I ragazzi ‘monogenitore’ mostrano fragilità maggiore rispetto agli altri e sono più attaccati agli amici. Ciononostante – spiega Tucci -, la separazione non è più vista in modo traumatico come una volta, perché è molto più diffusa: resta il dolore, ma non c’è più l’handicap sociale di essere diversi dai coetanei”.

 

Fonte: Gente