Haiti, i bambini “mangiano il legno”. E l’Italia cosa fa?

haiti pioggePeggiorano le condizioni dei civili ad Haiti. Nell’emergenza post-terremoto si aggiungono i pericoli causati dall’arrivo della stagione delle piogge. Oltre 3000 le persone costrette a lasciare le proprie case per le inondazioni causate dalle forti piogge che si sono abbattute negli ultimi giorni nelle zone sud-occidentali di Haiti.

Secondo la protezione civile di Port-au-Prince, le zone più colpite sono i dipartimenti del Sud e di Nippes, dove molti corsi d’acqua sono straripati. Diversi quartieri risultano allagati a Les Cayes, 160 chilometri a sudovest della capitale, dove la popolazione necessita di aiuti di prima necessità. In alcune zone l’acqua ha raggiunto un metro e mezzo d’altezza costringendo la gente a ripararsi sui tetti delle case; inondato anche l’ospedale e il carcere dove i 420 detenuti sono stati evacuati.

Dalla testimonianza del cooperante di Ai.Bi. Stefano Marchi, in missione ad Haiti in questi giorni, veniamo a conoscenza delle gravi condizioni in cui vive la popolazione locale.

Il contesto di Port-au-Prince è molto duro e complesso. Non ho mai visto tanta gente per strada intenta a non fare alcunché se non cucinare qualche modesto cibo locale e a venderlo con frutta e canna da zucchero. Di giorno è il mercato dell’acqua in bustine monodose che va per la maggiore. Si può acquistare una bustina da 25 cl a 5 gourde (1/10 di euro).

L’odore varia dal quello dell’immondizia bruciata al cherosene.

Un medico che lavora nelle tende-ambulatorio della Protezione civile italiane ha raccontato che ci sono bambini con meno di un anno sotto i 4 kg. Alcuni di loro mangiano perfino il legno. Alle gestanti danno da mangiare pizze di argilla per purificarsi e nutrirsi.”

Il costo della ricostruzione potrebbe arrivare a 14 miliardi, secondo le stime del Presidente haitiano Preval.

L’emergenza diventa più acuta di ora in ora. Tuttavia l’Italia è ancora assente sul campo, non sta promovendo in alcun modo la macchina organizzativa della solidarietà italiana. Le Organizzazioni Non Governative presenti ad Haiti sono lasciate sole, senza un coordinamento e un piano di interventi gestito dalle istituzioni competenti. A più di 45 giorni dal sisma non è stato delineato un progetto di intervento congiunto tra istituzioni, organizzazioni e attori della società civile.