I difetti fanno parte della vita e il bambino perfetto non esiste

eugenetica200Figli belli, robusti, perfetti, con un Dna selezionato in provetta a prova di malattie, debolezze, persino infelicità. Mentre il Tribunale per i Minorenni di Roma sentenzia che una coppia può adottare solo un bambino perfettamente sano, la scienza e la genetica si interrogano su che cosa vuol dire prevenzione e fino a che punto la ricerca medico-scientifica può spingersi senza sconfinare in pericolose derive eugenetiche, promuovendo la riproduzione di soggetti socialmente (e sanitariamente) desiderabili  ed evitando la nascita di bambini deboli, fragili, difettosi, in una parola “indesiderabili”.

L’imperfezione fa parte della vita. Inseguire il sogno di creare un bambino perfetto è una rischiosa deviazione. Ci sono troppi medici cattivi maestri“.  Non usa le parole della mediazione  il professor Bruno Dalla Piccola, noto genetista, oggi direttore scientifico dell’ospedale Bambin Gesù di Roma. Preferisce porre l’accento sulla scandalosa escalation  dello scientismo tecnologico, che non si pone limiti e svaluta l’uomo in favore della scienza.

Il tutto a margine della preoccupante notizia, diffusa dalla ditta di test genetici “23andMe”, sulla concessione  del brevetto US 8543339B2, negli Stati Uniti. Di che cosa si tratta? In pratica, di un algoritmo informatico che sfrutta il calcolo delle probabilità. In base a una batteria di conteggi probabilistici, seleziona quale combinazione, fra gli ovuli e gli spermatozoi a disposizione di una banca di gameti, si avvicina di più ai sogni di potenziali mamma e papà, poi li combina e “confeziona” il figlio su misura.

Una follia di controllo e vera e propria selezione della specie. Oltre alle prepotenti riserve etiche, ci sono degli oggettivi limiti scientifici. “Si pensa che selezionando gli embrioni si possa avere la certezza di un figlio sano. Ma non è affatto così…”, spiega Dalla Piccola.

Ogni coppia di genitori è portatrice di almeno 70 nuove mutazioni genetiche. E poi c’è l’ambiente, che conta moltissimo. Sappiamo che ogni individuo ha delle predisposizioni: al diabete, all’obesità, alle patologie cardiovascolari. Ma sappiamo anche che ci si ammala sempre di più per l’esposizione a stili di vita sbagliati”.

La salute perfetta, così come la bellezza assoluta, sono miraggi e illusori deliri di onnipotenza. “Il mondo attuale – continua il genetista – non accetta l’imperfezione e questo è gravissimo. Proprio ieri ho incontrato due signore incinte, i cui bambini presentano dei piccoli difetti. Piccoli, ripeto. Ho visto l’angoscia nei loro occhi. Poi abbiamo parlato, e ho spiegato loro la vera entità di quelle imperfezioni. E le due mamme in attesa sono cambiate. Hanno capito che non era una tragedia. E accettato la situazione”.

La diversità è un valore, va difeso, mantenuto e valorizzato.“Oggi sappiano con chiarezza che la condizione di un individuo, e ancora di più di un bambino, è determinata dall’incrocio della sua specificità con l’ambiente che lo circonda e in cui cresce”, conclude Dalla Piccola. “Pensare di selezionare l’individuo perfetto non solo è impossibile, ma è qualcosa di profondamente sbagliato. Inaccettabile, umanamente ed eticamente”.

 

(Fonte: La Repubblica)