“Il feto è morto: abortisca”. Poi si sente il battito

In Sicilia – Era già stata predisposta l’interruzione di gravidanza, aperte due inchieste

CANICATTÌ (Agrigento) – Un doppia indagine è stata avviata sulla vicenda di un bimbo nato di sette mesi all’ospedale Barone Lombardo, dopo che il medico di turno ne aveva decretato la morte nel grembo della madre. I fatti saranno definitivamente accertati sia in sede penale da parte della procura della Repubblica, sia internamente da parte dall’Azienda sanitaria provinciale. Una donna di origine nigeriana – giunta in Italia via mare a Lampedusa -, incinta di sette mesi, si è presentata venerdì sera al pronto soccorso dell’ospedale per dei dolori alla pancia. Il medico di turno ha eseguito una ecografia nella quale non ha ravvisato il battito del cuore.

Ha quindi ricoverato la donna, predisponendo la procedura per l’aborto. Durante la notte, i sanitari del turno successivo non hanno effettuato alcun controllo, mentre la mattina un altro medico ha deciso di eseguire una nuova ecografia con la quale ha invece sentito nel grembo della donna un flebile battito. A quel punto è stato deciso di fare nascere il piccolo con una procedura d’urgenza.

Quindi, il bambino, nato di 1,5 chili, è stato trasportato in elisoccorso all’ospedale Cervello di Palermo dove si trova ricoverato, in condizioni stabili, nel reparto di terapia intensiva neonatale. La polizia per i primi accertamenti ha sequestrato le cartelle cliniche al Barone Lombardo. La comunità nigeriana non ha voluto commentare l’accaduto.

(QN, giovedì 26 luglio 2012)