Nel mondo 6milioni e 600mila bambini muoiono prima di compiere 5 anni. Succede ogni anno

bimbi mortiAnche oggi sono morti 18mila bambini nel mondo. Metà dei quali nati da meno di 24 ore. Sono questi i drammatici numeri del rapporto Unicef 2013. Che parla di 18mila bambini deceduti ogni giorno. Cifre che offuscano i progressi degli ultimi anni: solo nel 1990, i bambini morti prima dei 5 anni erano il doppio.

Stando al sito Quotidianosanità.it, nel 2012 malnutrizione, polmonite, nascite premature, asfissia neonatale, diarrea e malaria hanno ucciso circa 6,6 milioni di bambini in tutto il mondo prima di aver compiuto il quinto anno di vita. In pratica, ogni giorno nel mondo muoiono 18.000 bambini. Come rileva il nuovo rapporto “Levels and Trends in Child Mortality” presentato dall’Unicef, dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), dalla Banca Mondiale e dal Dipartimento degli Affari sociali ed Economici delle Nazioni Unite – Divisione Popolazione.

Un dramma che finisce per mettere in secondo piano i progressi degli ultimi due decenni. Nel 1990, infatti, i decessi tra i bambini erano stati oltre 12 milioni. La tendenza, dunque, è “positiva. Milioni di vite sono state salvate”, ha commentato Anthony Lake, direttore dell’Unicef. Sottolineando, però, che “possiamo fare ancora meglio. La maggior parte di questi decessi possono essere evitati, utilizzando misure semplici che molti paesi hanno già messo in atto – ma ciò di cui abbiamo bisogno è che dobbiamo agire con molta più urgenza”.

Circa metà dei decessi infantili si verificano in appena 5 Stati: Cina, Repubblica Democratica del Congo, India, Nigeria e Pakistan. Insieme, l’India (22%) e la Nigeria (13%) contano per oltre un terzo di tutte le morti di bambini sotto dei cinque anni.

Le prime 24 ore di vita sono le più rischiose. “La cura della madre e del bambino, nelle prime 24 ore di vita dalla nascita è fondamentale per la salute e il benessere di entrambi”, ha spiegato Margaret Chan, direttore generale dell’OMS. Metà di tutte le morti neonatali si verificano entro le prime 24 ore dal parto, sottolinea infatti il Rapporto evidenziando che le vite della maggior parte di questi bambini potrebbero essere salvate se essi avessero accesso ad alcuni servizi di assistenza sanitaria di base, quella durante e dopo il parto; farmaci a basso costo come gli antibiotici, pratiche come il contatto pelle a pelle tra madre e neonato e l’esclusivo allattamento al seno per i primi sei mesi di vita.

I progressi, come accennato, sono comunque in costante accelerazione: il tasso globale di riduzione della mortalità infantile è infatti aumentato da 1,2% l’anno nel periodo 1990-1995 al 3,9% annuo del periodo 2005-2012. Tuttavia esso rimane insufficiente per raggiungere l’Obiettivo di Sviluppo del Millennio numero 4, che si propone di ridurre il tasso di mortalità sotto i cinque anni di due terzi tra il 1990 e il 2015.

“I continui investimenti da parte dei paesi per rafforzare i sistemi sanitari sono essenziali per garantire che tutte le madri e i bambini possano disporre delle cure accessibili e di qualità di cui hanno bisogno per vivere una vita sana e produttiva”, ha commentato Keith Hansen, vicepresidente per lo Sviluppo Umano presso la Banca Mondiale.

L’Africa subsahariana, in particolare, deve affrontare sfide importanti in quanto regione con i più elevati tassi di mortalità infantile nel mondo. Con un tasso di 98 decessi 0-5 anni ogni 1.000 nati, un bambino che nasce in nell’Africa a sud del Sahara corre un rischio 16 volte maggiore di morire prima del suo quinto compleanno, rispetto a un bambino che nasce in un Paese industrializzato. Anche in questo caso, tuttavia, il Rapporto evidenza una notevole progresso, con un tasso annuale di riduzione della mortalità che è passato dallo 0,8 % nel periodo 1990-1995 al 4,1% nel 2005-2012.

Ma di qui a poter mettere la parola fine a tante, terribili morti evitabili la strada è ancora lunghissima.

 Fonte: Quotidiano Sanità http://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=16917