Il rischio di nascere oggi in Belgio: ritorna il mito della razza pura. Approvata la legge sull’eutanasia infantile

urgentePensavamo di doverli difendere, i bambini. Pensavamo di dover indicare loro una direzione, una prospettiva, un futuro, e accompagnarli verso il domani tenendoli per mano. Insegnarli ad amare la vita, al di là delle sofferenze e degli ostacoli che si parano lungo il cammino. Ora, invece, ci chiedono di accompagnarli verso la morte, di insegnare loro che, se la sofferenza si fa grande, tanto vale gettare la spugna, spegnere la luce, staccare la spina, addormentarsi per sempre.

Dal Belgio arriva una di quelle notizie che scioccano, sconfortano, gettano un’ombra inquietante sul futuro dell’umanità: anche un bambino, ora, può chiedere di essere ucciso. Ne ha il diritto. E se non potesse farlo direttamente lui – ammesso che conosca già il concetto di “morte” – potranno farlo coloro che la Provvidenza gli ha affiancato perché lo proteggessero e si prendessero cura di lui: i suoi genitori.

Attualmente, l’eutanasia è legale anche in Lussemburgo e Olanda, dove è pure è possibile per i minori dai 12 ai 17 anni. In Belgio, con l’approvazione in parlamento, il 13 febbraio, della legge sull’eutanasia infantile (86 voti a favore, 44 contrari e 12 astensioni), la possibilità di richiedere la “dolce morte” verrà estesa a tutti i minori al di sotto dei 18 anni, cosa mai successa prima. Nessun limite di età, nessun limite al pudore.

Ci si appiglia, per giustificare questo abominio, alla “capacità di discernimento” del minore,  alla verifica che “ciò che esprime sia ciò che comprende”, ma chi crede che sia possibile interpretare realmente, nel profondo, la volontà di un bambino, quando il problema si pone persino per gli adulti?

“La legge inventa un presunto consenso da parte di bambini anche di 4-5 anni, che in realtà, a quell’età, può essere solo il frutto di pressioni fortissime della commissione di tre esperti che devono esaminare la richiesta, denuncia Luca Volontè, Presidente del Gruppo Popolari-Cristiano Democratici alla Assemblea del Consiglio d’Europa, intervistato da Avvenire. “Tutti sanno che prima dei 10 anni i bambini non hanno neppure il concetto di morte, lo dicono tanti pediatri e tanti psicologi dell’infanzia, molti dei quali non a caso si sono opposti alla legge.”

Sul sito www.citizengo.org è stata indetta una raccolta firme da presentare al sovrano del Belgio, Filippo, affinché blocchi l’iter di approvazione della legge e faccia ciò che è in suo potere per impedire l’assurdo, la discesa verso il baratro. Sull’appello si legge che molti membri dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, tra cui lo stesso Volontè, si sono mobilitati per contrastare questa legge, che “tradisce i bambini più vulnerabili del Belgio”e “promuove la convinzione inaccettabile secondo cui esistono vite indegne di essere vissute, mettendo a rischio le stesse basi della vita sociale.

C’è un ritorno inquietante al concetto di razza pura, che rimanda a una delle più tristi pagine della storia europea”, commenta Marco Griffini, Presidente di Ai.Bi. – Amici dei Bambini. Noi, come genitori adottivi, siamo ancora più sensibili verso questo tema: se leggi come queste fossero state in vigore nei paesi di origine dei nostri figli, chissà quanti di loro non sarebbero entrati a far parte della nostra famiglia. Chissà quanti ne piangeremo in futuro, di questi piccoli bisognosi di attenzioni speciali, se la legge troverà seguito.”

Al cinismo di chi vorrebbe imporre una dolce morte a tanti minori malati o anche solo affetti da disabilità di vario genere, organizzazioni come Ai.Bi. intendono opporre il realismo dell’amore, della famiglia, dell’accoglienza che salva, sempre e comunque, anche quando incombe la morte. Perché – al di là di ogni sofferenza, giustificazione o norma legale – prima di tutto c’è la vita, che è sempre degna di essere vissuta. Soprattutto quella dei nostri figli.