In quella stanza al momento del “sì” avviene una sorta di nascita

È stata una notte insonne. Saremmo riusciti a farcela? Saremmo stati in grado di essere i genitori che nostra figlia meritava? Le domande si sono rincorse nella mente e nel cuore di Stefano e Tanja, la notte successiva alla telefonata che tutte le coppie adottive attendono con ansia: quella che comunica la presenza di un figlio in attesa.

Non ce lo aspettavamo – raccontano i genitori della piccola Asia Xixi, 2 anni, arrivata a casa la scorso 16 giugno dalla Cinapoco tempo prima avevamo avuto un incontro di aggiornamento con AiBi e la prospettiva era di attendere ancora un po’. E invece ci chiamarono per raccontarci…urgenti novità. Da lì a poco saremmo diventati genitori”.

E così dalla provincia di Ferrara Stefano e Tanja, senza avvisare amici né parenti per non creare false aspettative, si misero in auto con la testa piena di pensieri e di domande.
Io sono impulsiva di carattere e mio marito durante tutto il viaggio non faceva che ripetermi : ‘riflettiamo, non dobbiamo rispondere subito, prendiamoci il nostro tempo’ e cose simili. Alla fine, dopo la lettura della scheda, è stato proprio Stefano a dire subito: ‘Va bene va bene possiamo partire!’”

Il momento dell’abbinamento, quando cioè ai futuri genitori è presentata la scheda di un bambino, è per tutti molto emozionante: in quella stanza al momento del ‘sì’ avviene una sorta di nascita, per quanto l’incontro vero e proprio con il proprio figlio avvenga di norma dopo qualche mese.

E così Tanja e Stefano diventarono mamma e papà di una bambina di due anni che, in base alle informazioni presenti , doveva essere affetta da ipoacusia da entrambe le orecchie.
Era una scheda dettagliata e abbiamo verificato che era precisa – spiega papà Stefano – tranne che, nei fatti, ci venne subito il sospetto che la la bambina in realtà sentisse. Anche dai video che ci furono inviati dal personale dell’istituto prima della nostra partenza, si capiva che Asia rispondeva agli stimoli o ai richiami”. E in effetti così è stato. Rientrati in Italia, Stefano e Tanja fecero visitare la bambina: “Dai controlli emerse che aveva un tappo di cerume – aggiunge Tanja –  risolto questo, Asia ha continuato a essere il vulcano di sempre”.

La piccola è stata accolta con tanto amore da tutta la famiglia, prima ancora della partenza della coppia verso Xi’An: “Finalmente una femmina!” fu l’esclamazione dei nonni materni, già collaudati nel loro ruolo con nipotini maschi; felicissimi i nonni paterni, genitori di figlio unico (Stefano) e quindi pronti a coccolare la piccola. E per la scelta del nome italiano di Xixi, che in cinese significa speranza, è intervenuto il cuginetto: “E’ lui che ci ha suggerito Asia – dice la mamma – e ci ha trovato subito d’accordo”.
Asia Xixi, che fin dalla scheda appariva una bambina gioiosa e ‘dal sorriso facile’, ama stare in compagnia, nuotare ogni sabato mattina, parlare e ripetere tutte le parole che ascolta. Fin dal primo incontro la bambina ha dimostrato veloce attaccamento sia a mamma che a papà e ancora oggi ama moltissimo addormentarsi e farsi coccolare dai genitori, per quanto sia socievole con tutta la famiglia.

Consigliamo a tutti questa esperienza, anche quando la storia pare iniziare in salita, come nel nostro caso – conclude Stefano – il nostro iter con i Servizi Sociali iniziò nel maggio 2012, proprio quando arrivò il terremoto e tutto si fermò, per 6 mesi. Eppure non abbiamo desistito, e oggi siamo qui con la nostra bambina”.