La famiglia, fanalino di coda del Recovery Plan italiano

10,83 miliardi di euro attribuiti dal governo ad “Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore”. La cifra più bassa di tutto il piano.

Con il programma straordinario Next Generation Eu, (Recovery Fund), approvato a luglio scorso, l’Europa ha l’obiettivo di aiutare i Paesi membri dell’Unione a risollevarsi dalla crisi che li ha colpiti a causa dell’emergenza sanitaria, finanziando la ripresa economica attraverso l’emissione di titoli che serviranno a sostenere progetti e riforme strutturali previste dagli ormai famosi Recovery Plan.

La somma messa a disposizione dall’Europa ammonta a 750 miliardi di euro e l’Italia, gravemente colpita dall’emergenza, si colloca tra i maggiori beneficiari.

Il Recovery Plan italiano

Il piano predisposto dal governo ammonta a circa 222 miliardi di euro ma la domanda è quanto la famiglia sia stata messa al centro delle strategie previste nel piano nazionale di ripresa e resilienza, ovvero il Recovery Plan italiano.

Sembrerebbe molto poco.  

Come ben evidenzia La Nuova Bussola Quotidiana in un articolo a firma di Andrea Zambrano infatti, nel Recovery Plan ad “Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore” sono stati attribuiti appena 10,83 miliardi, la somma più bassa di tutto il Piano. Eppure la famiglia è di diritto l’asse portante della nostra società.

C’è di più: “ a ben guardare il capitolo specifico inerente al settore, si scopre che nessun euro è stato finanziato per interventi strutturali a favore delle famiglie – spiega il web magazine e continua  Di questi dieci miliardi, nessuno andrà a finanziare la riforma del cosiddetto Family Act, l’ambizioso ma vuoto progetto del Governo, che al momento ha condotto in porto soltanto la modifica degli assegni familiari con l’istituzione dell’assegno unico, che è parte del Family Act e che in Legge di Bilancio ha ricevuto la modesta cifra di appena 3 miliardi. Come noto, infatti, perché l’assegno unico possa dare un sensibile beneficio di spesa alle famiglie italiane dovrebbe ammontare almeno a 10-15 miliardi rispetto a quanto solitamente stanziato per detrazioni e deduzioni attualmente presenti e per gli assegni familiari erogati dall’Inps. Ma di questo surplus indispensabile per trasformare quella che è una mera misura assistenziale in un intervento strutturale come accade in quasi tutte le democrazie europee, non c’è traccia alcuna”.

E allora dove andranno questi 10 miliardi?

Semplice- spiega La Nuova Bussola Quotidiana – andranno per interventi di rigenerazione urbana e housing sociale (6,30 miliardi), servizi socioassistenziali e disabilità (3,83 miliardi) e infrastrutture sociali nei comuni (2,60 miliardi). Qualche altra briciola, 700 milioni andrà alla voce Sport e periferie. Utili finché si vuole, ma assistenziali”. 

Ma le famiglie non meritano di più?