Chi dice che non serve il salario minimo? Un lavoratore su quattro guadagna meno di 780 euro al mese!

L’annuale rapporto INPS mostra tutte le difficoltà dei redditi degli italiani. Secondo il Presidente Tridico potrebbe essere utile l’introduzione del salario minimo

Il presidente dell’INPS Pasquale Tridico ha presentato alla Camera il XXI Rapporto dell’ente previdenziale. Ne è emerso un quadro di difficoltà generale, con un numero sempre crescente di lavoratori che guadagna meno della soglia di 780 euro al di sotto della quale si può chiedere il reddito di cittadinanza (reddito di cittadinanza che, nei primi 36 mesi della misura, è costato un totale di 23 miliardi di euro e ha raggiunto 2,2 milioni di nuclei familiari per 4,8 milioni di persone). In totale, ha specificato Tridico, si tratta del 23% dei lavoratori, con un andamento che vede la distribuzione dei redditi polarizzarsi ulteriormente tra chi guadagna sempre meno e quell’1% di lavoratori meglio retribuiti che, invece, hanno visto aumentare ancora i loro guadagni.

Rapporto INPS: per la generazione X, 750€ di pensione con 30 anni di lavoro

Ancora più elevato il dato dei pensionati il cui assegno mensile è al di sotto dei 1000 euro: secondo l’INPS sono il 32% del totale, ma arriverebbero al 40% se si considerassero solo gli importi delle prestazioni al lordo dell’imposta personale sul reddito (ovvero senza integrazioni dovute a indennità di accompagnamento e quattordicesima).
E lo scenario futuro prospettato non è molto più roseo: per i lavoratori nati tra il 1965 e il 1980, infatti, l’INPS ha fatto una simulazione che ricostruisce le contribuzioni dei primi 15 anni di carriera lavorativa, constatando come una non trascurabile parte di essa non è riuscita a raggiungere una retribuzione superiore a quella che equivarrebbe a un salario minimo di 9 euro all’ora.
Da qui l’indicazione di Tridico secondo cui “se si introducesse un tale salario minimo, i profili contributivi si alzerebbero significativamente, in media del 10%”.
Secondo i calcoli dell’INPS, con un salario di 9 euro lordi all’ora, andando in pensione a 65 anni con 30 anni di contributi, si raggiungerebbe una pensione di 750 euro al mese: certamente non ricca, ma comunque superiore al trattamento minimo oggi previsto di 524 euro.

Pesa l’inflazione, ma gli interventi del governo vanno nella giusta direzione

Per quanto riguarda i numeri attuali, invece, l’INPS indica che i 16 milioni di pensionati presenti in Italia a fine 2021 ricevono un importo complessivo di 312 miliardi di euro, per una pensione media che è di 1.884 euro al mese per gli uomini e 1.374 euro per le donne (dato che evidenzia ancora la grande differenza tra i due generi).
Non poteva mancare un riferimento all’inflazione e alle difficoltà legate alla situazione pandemica degli ultimi anni. L’inflazione potrebbe comportare un aumento di spesa per le pensioni nel 2023 di 24 miliardi di euro, anche se Tridico ha tenuto a sottolineare come al momento non ci sia pericolo di sostenibilità da parte dell’INPS. Anche perché le misure a sostegno dei redditi messe in campo dal governo “hanno in larghissima parte funzionato, evitando che l’impatto sulla riduzione dei redditi a causa della crisi pandemica fosse del 55% maggiore”.