Le vittime dell’ “affaire” Congo: 7 famiglie attendono ancora i loro figli. La famosa lista delle 55 coppie autorizzate. Un appello urgente per Renzi

liste1 350Altro che bella e conclusa. La vicenda dei bambini di origine congolese adottati da famiglie italiane è ancora in piedi. Sette bambini, che dalla Direzione Generale della Migrazione (DGM) della Repubblica Democratica del Congo erano stati autorizzati fin dal 1° ottobre 2013 a lasciare il Congo, sono ancora bloccati lì. I bimbi e le loro famiglie sono vittime di un “affaire” dai contorni oscuri di chi si è mosso con poco riguardo rispetto alle decisioni prese dalle autorità congolesi.

In questi giorni di festa la verità che nessuno dei protagonisti è disposto a ricordare è che anche noi italiani abbiamo combinato i nostri pasticci. Ma facciamo un passo indietro. In un documento ufficiale, vistato dalla Direction Gènèrale de Migration in data 1 ottobre 2013, intitolato “Lista dei dossier approvati dal Comitato Interministeriale per il Monitoraggio delle Adozioni Internazionali”, sono indicati i nominativi di 55 coppie americane, belghe, francesi e italiane. Tra loro 31 coppie italiane che avevano concluso l’iter adottivo prima del 25 settembre 2013.

I 66 bambini indicati nella lista (alcuni sono gruppi di fratelli) avevano tutti i requisiti per ottenere il nulla osta e lasciare il Paese africano, senza quindi essere coinvolti dal blocco di 12 mesi deciso della DGM dopo alcuni scandali accaduti negli Stati Uniti e in Canada.

Purtroppo a Kinshasa sono atterrate otto coppie italiane che non avrebbero dovuto essere lì, perché i loro nominativi non erano stati inseriti nella lista pubblicata dalla DGM.

Ora, tra i dossier autorizzati figuravano ben 13 famiglie di Amici dei Bambini. Per questioni di sicurezza, gestione delle pratiche da parte delle autorità locali, durata della permanenza in loco e per garantire a tutte le famiglie un accompagnamento ottimale, Ai.Bi. aveva deciso di dividere le proprie famiglie in due gruppi distinti. Il primo formato da sei coppie in partenza subito; il secondo con le rimanenti coppie sarebbe partito dopo circa 10-15 giorni. E invece le cose sono andate diversamente. Con ogni probabilità anche gli altri Paesi hanno fatto partire coppie non autorizzate. C’è di fatto che la presenza a Kinshasa di coppie non previste nella lista della DGM ha scatenato il finimondo.

Il dispiacere di Marco Griffini, presidente di Amici dei Bambini, è tutto qui: «È stato un errore gravissimo far partire coppie non autorizzate. Le coppie di Amici dei Bambini erano tutte perfettamente in regola. Siamo felicissimi per le 24 coppie che finalmente possono abbracciare i loro bimbi, ma comprendiamo bene la rabbia e lo sconforto delle altre sette. Stanno pagando per un errore altrui». E aggiunge: « Non si può andare a gamba tesa in un altro Stato sovrano e dettar legge. La lista approvata da Kinshasa doveva essere rispettata».

Sarebbe un atto di giustizia se il Governo italiano si facesse carico anche degli altri sette. L’auspicio è che il premier Renzi continui a seguire con lo stesso entusiasmo la vicenda congolese per permettere anche ai sette bimbi previsti nella lista della DGM di dormire finalmente nelle loro camerette, pronte da mesi. Senza dimenticare che ci sono poi gli altri 150 minori che, con una sentenza passata in giudicato, attendono di poter atterrare il prima possibile nella nuova vita, chiamata Famiglia.