Lei sieropositiva: per il Tribunale potrà adottare un bambino

Una coppia con un componente affetto da HIV potrà adottare un bambino, dopo anni di negazioni: la Corte d’Appello di Ancona ribalta il parere del Tribunale dei minori e concede l’idoneità all’adozione, creando un precedente giurisprudenziale unico. Questo il lato legale, ma dal punto di vista umano questo è stato un risultato sconvolgente per una coppia del Montefeltro che desiderava un bambino e se l’è visto negare in tutti i modi, dalla natura, ma anche dalle istituzioni.
A dicembre, invece, qualcosa è cambiato, come raccontano gli avvocati urbinati Marco Galluccio e Maria D’Orazio che hanno accompagnato la coppia in questa odissea piena di delusioni: «Come ogni coppia, volevano avere un figlio: la moglie, è positiva al virus dell’HIV, ma ciò non le ha impedito di provare ad avere figli in modo naturale. Purtroppo, anche qui sono emersi i primi problemi, dovuti a sterilità della signora: i coniugi non si sono persi d’animo e si sono rivolti a centri specializzati nella fecondazione in vitro sia in Italia, sia in Spagna, ma non hanno ottenuto i risultati sperati. E’ stato anche su parere di un medico che li aveva avuti in cura per la fecondazione che, pian piano, è maturata in loro l’idea di percorrere il cammino verso l’adozione».
 
 Come primo passo, allora, i due si sono rivolti ai servizi sociali dove hanno trovato, però, altre difficoltà: «Gli è stato subito detto che, con la patologia della signora, un bambino in adozione non lo avrebbero mai ottenuto», continua l’avvocato Galluccio che i coniugi hanno contattato, nella primavera del 2009, per essere seguiti davanti al Tribunale dei Minori delle Marche ed inoltrare la domanda volta ad ottenere il decreto di idoneità all’adozione internazionale di un bambino. «Il percorso dell’adozione è lungo e complesso perché in una prima fase la coppia viene affidata ai Servizi sociali locali per essere approfondito il loro profilo psicosociologico e per i controlli sanitari di routine — proseguono nel racconto gli avvocati Galluccio e D’Orazio dell’omonimo studio urbinate. Dopo questa iniziale fase e dopo essere stati sentiti dal Tribunale dei Minori, a fine giugno di quest’anno la doccia fredda: il Tribunale emette un decreto di non idoneità all’adozione, risolvendo la questione alla fine nell’affezione della signora».
 
Le condizioni della signora, ovvero l’infezione da HIV, lasciano “perplesso” il Tribunale dei Minori perché anche «prescindendo dalla contagiosità, la prognosi a medio e lungo termine di questa malattia cronica non dà garanzie, per aspettative di via e/o salute, per intraprendere responsabilmente il percorso adottivo e poter crescere un bambino». I signori ancora una volta non si perdono d’animo e propongono reclamo alla Corte d’Appello delle Marche, sezione minori: gli avvocati contrastano punto per punto gli ostacoli proposti per l’idoneità ed in particolare quello legato all’infezione da HIV. Non bisogna infatti dimenticare che esistono già casi nei quali i Giudici d’Appello hanno ritenuto idonei all’adozione internazionale coppie nelle quali un coniuge era affetto da grave cardiopatia, cecità congenita, paraplegia e zoppìa.
«Ai primi di dicembre di quest’anno la Corte d’Appello ha ribaltato completamente la decisione del Giudice di prime cure, accogliendo totalmente la nostra richiesta — concludono gli avvocati Galluccio e D’Orazio che si sono profondamente emozionati al momento della pronuncia . La giurisprudenza oramai pacificamente ritiene che l’handicap o lo stato di malattia di un coniuge non osta alla dichiarazione di idoneità all’adozione internazionale, dove la coppia dimostri di essere in grado di svolgere i compiti propri della funzione genitoriale, ovvero istruire, educare e mantenere, ma il provvedimento della Corte di Appello delle Marche – sezione minori, costituisce un precedente giurisprudenziale molto importante che permetterà in futuro ad altre coppie che presentano analoghi problemi di poter tentare la strada dell’adozione di un bambino in stato di abbandono straniero o italiano. E’ un provvedimento che, per la prima volta, affronta e chiarisce il tema della sieropositività e dipana ogni dubbio che tale affezione possa rappresentare ex se un ostacolo in un giudizio di idoneità all’adozione».

(Fonte: Il Resto del Carlino)