L’indifferenza l’arma che uccide di più nella guerra in Siria. Parla il referente per i progetti di AiBi in Siria

L’indifferenza è il maggior disprezzo” .. si dice, ma non sempre. Ma quando l’indifferenza si rivolge alla guerra non la si disprezza, perché se ne dimenticano gli effetti e le condizioni di vita che impone ad un popolo intero, soprattutto a donne e bambini.

Che cosa lascia un bombardamento, nel cuore e nella quotidianità di chi è in Siria e la guerra la vive sulla propria pelle? Il referente per i progetti di Amici dei Bambini in Siria, di ritorno in Italia, arriva con notizie a dir poco sconfortanti.

La geografia della Siria cambia da Est a Ovest e da Nord a Sud e non è una questione di toponomastica. Tra le forze dei vari schieramenti in campo, le uniche forze che mancano sono quelle della popolazione locale” – riferisce – “Come si vive dove c’è la guerra?  Non si vive si sopravvive, è la risposta. Chi poteva andare via, lo ha già fatto, trovando asilo in Europa o in America. Chi non può o non vuole, la maggior parte della popolazione che non dispone dell’economia sufficiente per poter scappare, è là, tra le macerie dopo le bombe. Mancano i beni di prima necessità e, quando sono reperibili – continua – hanno prezzi “alle stelle”. La moneta siriana è al collasso, ovviamente, e la disoccupazione non ha modo di arrestarsi. Di strutture sanitarie non si ha neanche parvenza e le scuole sono quasi tutte chiuse o inagibile. Si fa scuola tra i campi, in rifugi e tra le macerie … Resta da capire cosa accadrà a questa popolazione.”

Il resoconto del referente è già sconcertante, ma le riflessioni sono peggiori. I bambini sono in casa, chiusi dentro, nessuno di loro va a scuola. Il futuro prevede un esercito di bambini diventati grandi a suon di bombe. E i bambini che non sono a casa, sono quelli arruolati: non necessariamente in prima fila, spesso a disposizione di chi combatte.

Bambini senza madri e madri senza bambini da un quadro a grandi linee, ma non troppo, di cosa significa essere bambino in Siria oggi. Quando i mariti sono in guerra, o non ci sono più, è alle donne che si attribuisce il compito di sopravvivere in questi territori e non manca ogni sorta di pericolo: violenza e discriminazione sono un binomio  fatale.
Non Lasciamoli Soli, non chiudiamo gli occhi perché in Siria si continua a morire. Ai.Bi. opera nelle province di Aleppo, Idlib, Homs e Rural Damasco, da oltre quattro anni fornendo supporto alimentare e psicologico e promuovendo iniziative di auto sostentamento per le madri sole con figli.

Grazie ai partner locali ogni giorno raggiungiamo i più indifesi, i piccoli siriani sfollati e le loro famiglie. Ma c’è tanto da fare e c’è bisogno dell’aiuto di tutti. Aiutaci a ricostruire speranze supportando i nostri progetti in Siria e aiutandoci a costruire il primo ospedale pediatrico al sicuro dalle bombe per garantire cure mediche ai piccoli siriani vittime della guerra.