Lockdown. Ecco le nuove regole per la didattica a distanza: con il 25% in meno di lezioni si ripete l’anno

Puntualità, vestiti in ordine, telecamera accesa, lezioni da 50 minuti, assenze da giustificare. Queste le linee di comportamento stabilite dal Ministero dell’Istruzione.

Non ci sono dubbi, l’emergenza coronavirus ha comportato una modifica radicale del modo di fare scuola. Tra mascherine, distanziamento e regole sanitarie, accanto alle tradizionali lezioni in presenza, la didattica a distanza ha preso sempre più piede nella vita scolastica di insegnanti ed alunni. Anche l’ultimo dpcm emanato dal governo Conte parla chiaro, sancendo per gli studenti degli istituti superiori una dad pari almeno al 75% delle attività.

Ma se così deve essere, è corretto che per rispetto di insegnanti e compagni, anche per le lezioni da remoto venga stilato un codice di comportamento che regolamenti la scuola a distanza proprio come quella in presenza. Ci ha pensato il Ministero dell’istruzione.

Basta studenti annoiati in pigiama o impegnati a fare colazione mentre l’insegnante tiene lezione. Telecamera accesa ad inquadrare lo studente, microfono disattivato per non disturbare la classe con rumori di sottofondo e divieto di riprendere o fotografare le immagini sullo schermo senza richiedere il permesso, a tutela della privacy sono d’obbligo.

La puntualità è poi da considerare regola fondamentale in presenza come da remoto. Anche  le assenze “on line” saranno infatti conteggiate dagli insegnanti nel calcolo di quelle totali. Con il 25% in meno di lezioni si ripeterà l’anno. E per venire incontro alle difficoltà dei docenti e al maggior pericolo di distrazione degli studenti si ad ore di lezione ridotte che potranno essere anche di 40- 45 minuti.

Perché come sottolinea Mario Rusconi, presidente nazionale dei Presidi di Roma e del Lazio, sul quotidiano il Messaggero: “Educazione e rispetto devono essere presenti in classe così come on line”.