Madre Segreta, un abbraccio che salva i neonati non voluti dall’abbandono

madre-segreta200Madre Segreta è la rete di solidarietà con la missione di aiutare le donne in difficoltà a vivere nel modo migliore la gravidanza, spiegando loro che possono partorire e rinunciare al figlio. Un servizio nato nel 1996 dopo il ritrovamento di un bimbo abbandonato, pensato per salvare la vita di piccoli che rischiano di essere abbandonati per la strada o peggio in cassonetti dei rifiuti. Il futuro di Madre Segreta potrebbe essere a rischio con il passaggio dalla Provincia alla città metropolitana a causa dell’incertezza sul trasferimento di competenze da un ente all’altro.

E’ una scelta drammatica che, il più delle volte , rivela un gesto d’amore. E’ la decisione, sofferta, delle donne che non riconoscono i loro bambini e, dopo il parto in ospedale li affidano alle cure di medici e infermieri. Nel loro percorso le donne sono spesso accompagnate dalla psicologa e dai volontari di Madre Segreta, il servizio gratuito della Provincia di Milano che in quasi vent’anni ha creato una fitta rete tra gli ospedali , i consultori , i centri aiuto alla vita , le parrocchie e le associazioni su un vasto territorio, tra cui quello brianzolo. I volontari rispondono tutti i giorni dalle 9 alle 21 al numero verde 800.400.400.

Le donne che si rivolgono a Madre Segreta , magari su invito dei servizi sociali o dei consultori, vivono un disagio profondo, caratterizzato da solitudine e difficoltà economica. Spesso, inoltre, non hanno una famiglia a cui chiedere un sostegno per portare avanti una gravidanza indesiderata o scoperta troppo tardi per ricorrere all’aborto. «Noi non forniamo – precisa subito Monika Nussbaumer, la responsabile del servizio – un aiuto economico ma cerchiamo, attraverso il progetto Arianna, di attivare una rete di solidarietà e di aiutare le donne a vivere nel modo migliore la loro gravidanza. Spieghiamo che possono partorire e rinunciare al figlio». Gli esperti indicano dove trovare aiuti concreti e come accedere ai fondi Nasko e Cresco della Regione. Al termine della gestazione sono poche le donne che non riconoscono il neonato, una possibilità offerta solo da pochissimi Paesi, che viene dato in adozione nel giro di un mese.

 

Fonte: Il Cittadino (Monza)