Marocco. Insieme contro la “cultura della hchouma”: non esistono i “figli del peccato”

Con il progetto “Insieme per l’infanzia”, finanziato dall’Unione Europea, Ai.Bi. si pone l’obiettivo di contrastare la “cultura della hchouma”, ovvero della vergogna, che colpisce sia la donna non sposata che rimanere incinta sia il nascituro, che viene etichettato come “figlio del peccato”

In Marocco, le principali cause di abbandono dei minori sono da ricercare nelle situazioni familiari precarie e nel concepimento fuori dal vincolo del matrimonio. Quest’ultimo, in particolare, è un grosso problema che ha radici culturali più che economiche: la donna che rimane incinta non essendo sposata, infatti, entra nella “cultura della hchouma”, ovvero della vergogna. Una vergogna che non colpisce solo lei, ma anche il nascituro, che viene etichettato come “figlio del peccato” e subisce, di conseguenza, varie stigmatizzazioni e discriminazioni sociali.
Le donne che si trovano in questa situazione, ripudiate dalla famiglia e abbandonate dal padre biologico, in assenza di mezzi economici per prendersi cura di sé e dei figlio il più delle volte non trovano altra soluzione che l’abbandono.

Sostegno psicologico alle donne nubili e vittime di violenza

Ai.Bi., all’interno del contesto del progetto finanziato dall’Unione Europea “Insieme per l’Infanzia”, ha previsto un servizio di sostegno psicologico e di assistenza amministrativa e legale proprio per contrastare questo fenomeno e cercare di dare a più donne, e i loro figli, una possibilità di futuro diversa. Il servizio per le donne vulnerabili e madri nubili è stato attivato presso gli ospedali pubblici di Meknes, Nador e Oujda.
In particolare, in questa località, durante la missione di monitoraggio nella regione Orientale, lo staff di Ai.Bi. Marocco e il suo partner Pionniers du Changement du Développement et la Culture hanno visitato l’unità di presa in carico dei bambini e donne vittime di violenza adiacente all’ospedale Al Farabi, presso il quale ha installato i due servizi sopracitati.
I partner hanno potuto discutere con l’assistente sociale dell’unità sul funzionamento di quest’ultima, cosi come dell’avanzamento dei servizi di sostegno psicologico e di assistenza amministrativa e legale instaurati.
L’incontro è stato anche l’occasione per raccogliere i bisogni in termini di materiale medico con cui equipaggiare l’unità per migliorare la presa a carico delle beneficiarie.

Il tuo aiuto per i progetti di Ai.Bi. in Marocco

Chiunque può offrire il proprio contributo alle attività portate avanti da Ai.Bi. in Marocco con una donazione una tantum, oppure, per dare maggiore continuità al proprio impegno, decidendo di aderire al progetto “Adotta a distanza i minori di un orfanotrofio” con i quali Ai.Bi. collabora nel Paese.
Tutte le donazioni ad Ai.Bi., compresa l’Adozione a Distanza, godono delle seguenti agevolazioni fiscali.