Marocco, il dramma degli aborti clandestini: sono tra 600 e 800 al giorno

aborto clandestinoEntro un mese il Marocco dovrà avere una proposta di legge per regolarizzare gli aborti. Lo ha deciso il re Muhammad VI che ha assegnato ai ministri della Giustizia e degli Habbous (gli “Affari islamici”) e al presidente del Consiglio nazionale dei diritti umani il compito di elaborare il relativo disegno di legge. La decisione arriva dopo un periodo di intenso dibattito sul tema degli aborti clandestini che, nel Paese nordafricano, fa registrare numeri altissimi: si parla infatti di circa 600-800 casi al giorno.

Il fenomeno, da sempre considerato una sorta di tabù nella società marocchina, è venuto alla luce dopo un reportage televisivo trasmesso dall’emittente francese France 2. Il servizio riportava la testimonianza del dottor Chraibi, ginecologo e responsabile della clinica “Maternité des orangers”, nonché presidente dell’Association de Lutte contre l’Avortment Clandestin. Le drammatiche cifre sull’aborto clandestino in Marocco derivano proprio dall’esperienza professionale del dottor Chraibi, che da sempre denuncia questa piaga. Nella maggior parte dei casi, secondo il racconto del medico, le protagoniste sono giovani donne – spesso anche minori – che non desiderano proseguire la loro gravidanza e decidono di interromperla utilizzando i metodi peggiori. Molte, per esempio, ricorrono a ovuli di erbe acquistati da erboristi tradizionali, senza neppure sapere che tipo di sostanze questi contengano. Invece che portare all’aborto, tali tecniche finiscono per provocare gravissime infezioni all’utero e all’apparato urinario della gestante, oltre che al feto, mettendo in serio pericolo la stessa vita delle donne.

Ma gli aborti clandestini non avvengono solo in modo “selvaggio”. Ci sono anche quelli per così dire “medicalizzati”, praticati da medici che, privatamente, effettuano le interruzioni di gravidanza facendosi pagare da 200 a 1.000 euro. Chi opera in tal modo, ovviamente, sfida la legge e rischia la prigione. Recentemente sono state rese note le sentenze giudiziarie che, anche in città importanti come Meknes, hanno condannato a 10 anni di carcere i medici che effettuavano aborti clandestini, il loro staff e tutte le persone coinvolte.

La diffusione degli aborti clandestini in Marocco può essere interpretabile come una conseguenza di un certo vuoto legislativo. L’articolo 453 del Codice penale, infatti, autorizza l’interruzione di gravidanza solo quando siano riconosciute in pericolo la vita o la salute della madre. Il dottor Chraibi, dal canto suo, non chiede la liberalizzazione dell’aborto, ma una norma che impedisca alle ragazzine incinte di rischiare la morte.

Dopo il reportage trasmesso da France 2, sono state organizzate varie conferenze sul tema. A una di queste hanno preso parte i membri dell’associazione Droit&Justice, del Collettivo per il diritto alla salute, il ministro della Salute, vari esponenti politici ed esperti in materia. Tra questi, anche il direttore della scuola coranica Dar Al Hadith, che ha spiegato il punto di vista del testo sacro per l’Islam sul tema dell’aborto. Nel Corano non ci sono versetti che lo vietino, né versetti che lo consentano: semplicemente non se ne parla. Diverso il caso della contraccezione, ammessa sono con in modo naturale. È stato proprio al termine di questa conferenza che è giunta, infine, la notizia della decisione di Muhammad VI di dare il via a una legge in materia.