Marocco. Il Progetto “Insieme per l’infanzia”: un anno dopo

I primi 12 mesi del progetto Insieme per l’Infanzia, finanziato dall’Unione Europea, hanno raggiunto diversi traguardi per migliorare la situazione di bambini abbandonati e madri in difficoltà. Ma tanto ancora c’è da fare

Da poco si è conclusa la prima delle due annualità del progetto “Insieme per l’Infanzia”, che Ai.Bi. Marocco conduce in partenariato con la Fondazione Rita Zniber di Meknès e l’associazione Pionniers du Changement du Developpement et la Culture di Oujda, con il finanziamento dell’Unione Europea.
Si tratta di un progetto che mira a migliorare l’accesso e la qualità dei servizi di presa in carico dei bambini abbandonati e a rischio di abbandono e delle madri nubili. Il progetto è implementato in due regioni del Paese: la regione Fez-Meknes, in particolare nella città di Meknes, e la regione Orientale, nelle città di Oujda e Nador.

I traguardi raggiunti nei primi 12 mesi del progetto

Arrivati al “giro di boa” del percorso, tante attività sono ancora da implementare, ma tante altre sono già state portate avanti nel corso di questi primi 12 mesi.
Il progetto è iniziato con l’organizzazione di una serie di momenti di formazione a beneficio degli operatori sociali degli istituti che ospitano i bambini abbandonati e a rischio, cosi come di quelli degli ospedali pubblici, operativi nei servizi rivolti alle donne vulnerabili e, in particolare, alle madri nubili. Si è trattato di formazioni che hanno toccato temi quali le tecniche di ascolto e l’accompagnamento psicologico dei beneficiari, lo sviluppo delle competenze personali e delle conoscenze utili alla creazione di attività generatrici di valore.
Oltre al rafforzamento delle competenze in termini di accompagnamento psicologico, grazie al progetto finanziato dall’Unione Europea è stato possibile prevedere la presenza di psicologi all’interno dei centri, così da garantire ai bambini un sostegno costante per aiutarli nella situazione di vulnerabilità in cui si trovano, attraverso sessioni sia individuali sia di gruppo.
Lo stesso viene fatto per le donne vulnerabili e le madri nubili negli ospedali pubblici, in un’ottica di prevenzione dell’abbandono.
Ma non è finita qui, perché in questi dodici mesi gli operatori dei cosiddetti Istituti di Protezione Sociale, grazie al progetto “Insieme per l’Infanzia”, hanno potuto realizzare anche delle attività ludiche a scopo educativo: dai laboratori artistici e musicali alle sessioni di sport o di cinema.
Altre iniziative portate avanti sono state quelle per lo sviluppo di strumenti utili tanto agli operatori sociali quanto ai beneficiari stessi (bambini e donne), per riuscire a trovare e a sfruttare più facilmente i servizi presenti sul territorio nazionale, specie per quanto riguarda l’inserimento lavorativo e l’assistenza giuridica e sanitaria.
Non sono mancate, infine, le azioni di advocacy, attraverso la partecipazione a sistemi internazionali di monitoraggio della realizzazione e dell’applicazione delle misure volte a garantire i diritti umani e i diritti dell’infanzia, come l’Esame Periodico Universale.

Un cammino che prosegue

Insomma, come si può ben capire si è trattato di un anno molto intenso, che punta, ora, a ulteriori traguardi… per i prossimi 12 mesi.
Per dare il proprio contributo alle attività che Ai.Bi. porta avanti in Marocco, chiunque può fare una donazione libera, oppure, per dare più continuità al suo impegno, può partecipare al progetto “Adotta a distanza i bambini di un orfanotrofio in Marocco”.

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