Marocco. Anche il futuro dei ragazzi che hanno sbagliato può essere salvato: ecco come Ai.Bi. sostiene il loro reinserimento sociale e familiare

Nella conferenza di chiusura del progetto IDMAJE, Ai.Bi. ha illustrato le attività realizzate per sostenere il reinserimento sociale dei ragazzi detenuti e la prevenzione della recidiva

Il progetto IDMAJE è stata un’iniziativa che ha mirato a fornire assistenza tecnica di appoggio per l’implementazione di politiche di reinserimento sociale della persone detenute, e di prevenzione alle recidive. Al termine del percorso, la Delegazione Generale all’Amministrazione Penitenziaria e al Reinserimento (DGAPR) e la Delegazione dell’Unione europea in Marocco hanno realizzato, presso la sede della DGAPR a Rabat, la conferenza di chiusura, presieduta dal Segretario Generale della DGAPR Younes Jabrane, e dalla prima segretaria della sezione politica dell’Unione Europea in Marocco, Goda Silkaite.

L’impegno di Ai.Bi. per il reinserimento sociale e familiare

Tra i presenti, oltre a chi ha partecipato all’assistenza tecnica che ha presentato gli assi e i risultati di quanto fatto, c’erano anche diverse organizzazioni della società civile, tra le quali Ai.Bi. Marocco, che per prima ha portato avanti un progetto nel medesimo ambito, ma rivolto in particolare ai minori e i giovani.
Proprio l’anno scorso, Ai.Bi, Marocco e l’ONG AIDA hanno concluso il progetto finanziato dall’Unione europea Salvate la nostra infanzia, salvate il nostro futuro, il cui obiettivo specifico era proprio quello di promuovere e proteggere i diritti all’integrità morale e fisica e il rispetto della dignità dei minori in contatto con la legge e istituzionalizzati nei Centri di Riabilitazione e di Educazione del Paese. In particolare, si è lavorato per prevenire la recidiva attraverso il miglioramento delle condizioni di vita e l’accompagnamento verso il reinserimento socio-professionale e familiare.

Un impegno condiviso

Non lontane da queste sono state le attività realizzate dal progetto IDMAJE, che ha lavorato, in particolare, sul miglioramento dell’accoglienza e la valutazione, la presa a carico e il monitoraggio individuale dei detenuti; sull’implementazione di programmi di intervento a sostegno dell’integrazione sociale; sullo sviluppo della ricerca applicata all’intervento penitenziario; sul rafforzamento del ruolo della società civile in materia di inserimento; sul rafforzamento delle competenze degli agenti penitenziari in materia di reinserimento sociale e l’accompagnamento e la sensibilizzazione alla riforma penitenziaria.

Ma i progetti di Ai.Bi. in Marocco non si fermano certo qui e chiunque, sempre, può contribuire a sostenere gli sforzi dell’Associazione in favore dei bambini abbandonati. Farlo è semplice, scegliendo tra una donazione una tantum, oppure aderendo al progetto “Adotta a Distanza i bambini di un orfanotrofio in Marocco.