“Vai e vivrai!” Altro che un film, è la vita di un giovane ucraino, che ricomincia in Moldova

La storia di Egor, giovane costretto a lasciare la famiglia in Ucraina, ma in grado di ricominciare una nuova vita in Moldova, anche grazie al progetto di Ai.Bi. #BAMBINIxLAPACE

Da circa due mesi la nuova casa di Egor, un giovane ucraino, è Larga Noua, un villaggio del distretto di Cahul, in Moldova, che lo ha accolto e dove il ragazzo sta maturando i suoi ultimi sogni da bambino. Egor è ancora minorenne, per cui è stato portato fino al confine moldavo da sua madre, che ha voluto evitare, così, un possibile arruolamento del figlio quando compirà 18 anni. Purtoppo, madre e figlio si sono separati al confine: lei è dovuta tornare in Ucraina dove ha i genitori, entrambi immobilizzati a letto.

Il duro distacco dalla propria famiglia

Dal confine, Egor è arrivato nel villaggio con dei parenti lontani che ha conosciuto per la prima volta propria in quella occasione e con i quali si è ritrovato a vivere per un tempo che è tutt’ora indefinito.
Per le prime settimane dopo il suo arrivo, il ragazzo non è quasi mai uscito di casa: a detta dei parenti, Egor aveva bisogno di abituarsi alla nuova realtà e superare il senso di colpa per la fuga dal Paese, dove è rimasta, invece, la sua famiglia.
Un primo contatto con i giovani della comunità Egor lo ha avuto nella Biblioteca Pubblica del villaggio, dove è stato invitato a partecipare alle attività del progetto #BAMBINIxLAPACE.
Accondiscendente e calmo, il ragazzo si è impegnato in tutto, ascoltando i coetanei e seguendo con rispetto i consigli della bibliotecaria. Nell’occasione, ha discusso il soggetto di un libro sulla condizione dell’uomo legato alla terra, assegnato dalla scuola come compito a casa.
Terminata l’attività, Egor ha ringraziato tutti con voce emozionata, facendo i complimenti per i servizi che la biblioteca offre ai giovani come lui.

“Qui ho tutto, ma mi manca la pace e la mia famiglia”

Quando i ragazzi gli hanno chiesto se aveva bisogno di qualcosa, la sua risposta è stata: “Qui ho tutto, perché ,da quando sono arrivato a Larga Noua, ogni giorno la gente del villaggio mi regala vestiti e ci porta i prodotti igienici e alimentari. Ma se proprio dovessi rispondere se mi manca qualcosa, direi che mi manca la pace e la mia famiglia: la mamma, il papà e i nonni.”
Egor si augura di poter seguire gli studi, interrotti a causa della guerra, e, in più, desidera prendere la patente, che in tempi come questi considera come una possiblità di mantenimento per se stesso e per la famiglia che ora si prende cura di lui.
Avere la patente sarebbe per me la garanzia che, almeno per qualche tempo, potrei guadagnarmi il pane con un lavoro che sarò in grado di fare” – sostiene Egor, che nel frattempo si sta sempre più avvicinando ai giovani della comunità accettando gli inviti alle varie attività della biblioteca.

Quella di Egor è una delle tante storie che caratterizzano i tanti ragazzi e bambini che partecipano alle attività portate avanti nell’ambito della campagna BAMBINIxLAPACE, sia in Ucraina sia in Moldova.
Attività che chiunque può sostenere scegliendo una delle varie modalità di aiuto e vicinanza alle famiglie e i bambini ucraini. Perché oggi aiutare un bambino ucraino in fuga dalla guerra, significa tenere viva la sua speranza che la violenza non sia l’ultima parola della sua vita e che anche per lui ci sarà un futuro sereno nella sua terra.