Moldova. Storie di profughi : perdere il padre in guerra ma mantenere viva la speranza !

Maya e Gleb sono due bambini scappati dall’Ucraina che hanno trovato rifugio e accoglienza in Moldova. Le loro sono due delle tantissime storie di chi ha potuto trovare un aiuto e una speranza in più per il futuro dalle iniziative del progetto #BAMBINIxLAPACE

Durante i lunghi mesi di progetto #BAMBINIxLAPACE, cominciato subito dopo lo scoppio del conflitto e tutt’ora in corso in Ucraina, Moldova e Italia, sono tantissime le storie che abbiamo ascoltato. Ogni storia figlia di una vita accolta in un momento di grande difficoltà, ma capace di restituire un grande senso di umanità e di speranza, nonostante tutto.

Maya ha perso il papà in guerra. Ma non la speranza

Come la storia di Maya, una bimba ucraina di appena 10 anni che è stata ospite nel nostro ufficio di Ai.Bi. Moldova per qualche settimana. È arrivata accompagnata dalla nonna con la quale si trovava in Moldova ormai da un anno. Insieme a loro c’era anche lo zio (il figlio della nonna), un ragazzo di 16 anni iscritto presso una delle università nazionali di profilo artistico. Questa è una delle prime famiglie che ha ottenuto il Regime di Protezione Temporanea, cosa che ha permesso alla nonna di praticare un mestiere: dallo scorso agosto, infatti, la signora ha potuto svolgere lavori occasionali per riuscire a sostenere la piccola famiglia che aveva portato con sé in Moldova.
Tutti e tre risiedono presso un centro di accoglienza dei profughi di Chisinau, dove hanno creato buoni rapporti con i connazionali ospitati nella stessa struttura. A dimostrarlo c’è il fatto che sono stati proprio due bambini cui abbiamo fornito tablet e materiali necessari per la scuola a parlarci di Maya, chiedendoci se era possibile consegnare un tablet anche a lei. Così, prima ancora di metterci in contatto con sua nonna e invitarla in ufficio insieme alla nipote, sapevamo già la loro storia.
Maya ha compiuto i suoi 10 anni in Moldova, lontano dalla mamma, dalla sorellina e dalla bisnonna (non-trasportabile), rimaste in Ucraina. A settembre, la piccola ha purtroppo perso il padre, arruolatosi per combattere e difendere anche in questo modo la sua famiglia.
Maya lo ricorda con molto affetto nei suoi racconti ed è consapevole che “da quando se n’è andato a vivere con gli angeli”, la vita della famiglia è cambiata. Maya confessa di essere diventata più matura, più indipendente e più attenta a tutto quello che fa. Da grande vorrebbe diventare medico, per salvare la vita a chi, come suo padre, ne avrebbe avuto bisogno. Prima, però, ci sono gli studi su cui concentrarsi, per rendere orgogliosa la mamma che tutte le sere la chiama dall’Ucraina e il papà che, ora, la veglia da lassù.

Gleb: la gioia per un tablet che gli permette di seguire la scuola

Un altro bambino che ha voluto condividere con noi la sua storia è Gleb, 12 anni, arrivato in Moldova con la sorella maggiore Anna che a sua volta ha portato con sé i suoi figli. Gleb e Anna hanno anche un fratello maggiore, arruolatosi nell’esercito: per questo la loro madre ha voluto rimanere in Ucraina.
I due arrivano da Mykolaiv, una delle città più esposte ai bombardamenti.
Gleb, sia per studiare sia per seguire le notizie di quello che accade nel suo Paese ha sempre dovuto utilizzare il cellulare della sorella e negli ultimi tempi aveva lamentato crescenti difficoltà nel riuscire a frequentare a distanza e a presentare i compiti che venivano assegnati a scuola.
Quando gli è stato consegnato il tablet, l’emozione che ha dimostrato nel ricevere un regalo così insperato e gradito è stata palese: “Non ci fosse stata questa meravigliosa possibilità – ha raccontato – avrei rischiato di non essere ammesso agli esami e, di conseguenza, di perdere un anno intero di scuola”.
Al momento di salutarsi, appena Gleb si è allontanato, la sorella Anna si è fermata un attimo per ringraziare e ha tenuto a spiegarci: “Mio fratello non è solo contento… È follemente felice”.

Sostieni anche tu la campagna #BAMBINIXLAPACE

Serve ancora il sostegno di tutti per venire incontro ai tanti bisogni delle donne, mamme e famiglie colpite dal conflitto. Chiunque può dare il suo contributo attraverso una donazione “una tantum” o sostenendo il progetto di adozione a distanza dei bambini e le famiglie ucraine, per dare continuità agli interventi che l’associazione compie ogni giorno nel contesto dell’iniziativa #BAMBINIXLAPACE. Clicca QUI per partecipare.