Campania: figli in anticipo, crollo degli aborti e troppi parti cesarei

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In tema di maternità, la Campania è regione da record rispetto al resto dell’Italia. Stando ai dati Istat, in Italia nel 2011 sono nati 9mila bimbi da mamme under 19. Di questi 1.562, pari al 17 % del totale,  sono avvenuti  nel territorio campano.  In controtendenza rispetto al resto d’Italia dove le donne fanno figli sempre più tardi. Più istruite, alcune preferiscono la carriera alla famiglia. Quelle che invece un lavoro non ce l’hanno,  rinunciano. Di fatto il Paese è sempre più vecchio e il primo figlio si mette in cantiere quasi a 33 anni contro i 31,8 del 2004. Ma la Campania è terra di mamma giovanissime.

Dalla fotografia dei punti nascita campani emerge che nel 2010 ci sono stati 57.995 parti (10% del dato nazionale). Il 54,6% delle nascite è avvenuta in strutture pubbliche, 44,8% in case di cura accreditate e lo 0,6% altrove. Tra le donne che partoriscono in Campania più della metà (55%) ha tra i 30 e i 39 anni, il 36% tra 20 e 29 anni, il 2,5% meno di 20 e il 5,6% è over 40.

Ma c’è un altro elemento che emerge: il 59,3% dei parti in Campania avviene tramite taglio cesareo (59,6% nel 2009). Si tratta del dato più alto registrato a livello nazionale: negli ospedali pubblici termina per via chirurgica il 50% delle gestazioni, mentre nelle case di cura private e accreditate, quindi a carico del servizio sanitario nazionale, ben sette mamme su dieci, il 70%, partoriscono per via chirurgica.

In mezzo a tante criticità, c’è anche una bella notizia. Crollano gli aborti volontari. Nella regione Campania, nel 2012, sono state effettuate 9.605 interruzioni volontarie di gravidanza,  il 9% del totale nazionale. Nell’anno precedente il numero di aborti volontari è stato di 10.592. Il calo registrato è del 9,3%, il doppio rispetto a quanto fatto in tutte le altre regioni (4,9%).