Nuove regole per il bollo auto dal 2026: ecco cosa cambia

Pagamento in un’unica soluzione, scadenze su misura e meno burocrazia per i commercianti: le novità del decreto in arrivo

Dal 2026 cambiano le regole per il pagamento del bollo auto, ma solo per i veicoli immatricolati a partire da quell’anno.

La modalità di pagamento

La principale novità riguarda la modalità di pagamento: sarà possibile versare il tributo regionale solo in un’unica soluzione, eliminando così la possibilità di rateizzazione attualmente prevista. Inoltre, la prima scadenza non sarà più fissata nei tradizionali tre mesi successivi all’immatricolazione, ma il bollo dovrà essere pagato entro l’ultimo giorno del mese successivo alla data di immatricolazione. Questa scadenza rimarrà poi invariata anche negli anni successivi, rendendo il pagamento “personalizzato” in base alla data di acquisto del veicolo.

Per le auto prese prima del 2025

Le nuove disposizioni non si applicheranno alle auto acquistate prima della fine del 2025, per cui continueranno a valere le regole attuali, salvo eventuali modifiche decise dalle singole Regioni. Il provvedimento fa parte di uno schema di decreto legislativo approvato dal Consiglio dei ministri per attuare la delega fiscale in materia di tributi regionali e federalismo fiscale, ora al vaglio delle commissioni competenti.
Tra le innovazioni più rilevanti c’è anche una modifica nella compravendita dei veicoli usati: il soggetto passivo del bollo sarà individuato il primo giorno del periodo d’imposta, e non più alla scadenza del pagamento. L’obiettivo è ridurre i contenziosi e le richieste di rimborso nei casi di passaggi di proprietà, soprattutto tra regioni diverse.
Infine, cambia anche la normativa per i veicoli sottoposti a fermo amministrativo (le cosiddette “ganasce fiscali”): a partire dal 2026, il bollo sarà comunque dovuto, contrariamente a quanto previsto dalla sentenza della Corte Costituzionale del 2017. Il decreto introduce infine semplificazioni burocratiche per i commercianti di veicoli usati, eliminando l’obbligo di invio dell’elenco quadrimestrale al PRA (Pubblico Registro Automobilistico).