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Gran Bretagna. I segreti per adottare un figlio già grande.

Accoglienza, accettazione e condivisione. Questi sono i valori base per il successo di una famiglia allargata. Una famiglia all’interno della quale siano accolti e amati allo stesso modo figli naturali, adottivi e in affido. Ad esserne certa è Cathy Glass, mamma adottiva e affidataria (oltre che biologica) e autrice di vari libri sull’argomento (l’ultimo pubblicato “E tu mi vorrai bene?”, due milioni di copie vendute in Inghilterra e da poco uscito in Italia).

Stati Uniti, la madre surrogata ci ripensa e chiede di tenere la bambina: è battaglia legale

Una storia incredibile solca l’oceano Atlantico, dagli Stati Uniti all’Italia, sulle ali dell’amore materno, ma anche su quelle delle mille contraddizioni generate dalla pratica dell’utero in affitto. Protagonista di questa storia è una bambina che oggi ha quasi 3 anni, nata da una madre surrogata negli Stati Uniti, dove ha vissuto solo pochi giorni prima di trasferirsi in Italia dove risiede oggi.

Basta contare fino a cinque per salvare la vita al tuo bambino

In Italia 6 bambini su 10 viaggiano senza seggiolino (fonte Aci) e molti genitori non sanno che l’utilizzo del sistema di ritenuta è obbligatorio fino al metro e mezzo di altezza. Soprattutto, dato ancor più significativo, si ignora che il 75 % degli scontri automobilistici si verifica in città, e il 40% di quelli mortali lungo tragitti inferiori ai tre chilometri. Numeri che nella loro freddezza però mettono l’accento su quanto sia importante per salvare la vita al proprio bambino, adottare le giuste attenzioni quando si va in macchina. Anche se si tratta di piccoli spostamenti.

Sostenere l’adozione: già 270 mila persone hanno seminato il loro “Chicco di felicità” per un bambino abbandonato

Mamme, papà, figli, nonni, zie, cugini, innamorati, amici del cuore… avete 140 caratteri per dire al mondo intero cos’è per voi la felicità. Pedro, papà adottivo scrive: “Non importa dove nasci, da dove provieni. Felicità è arrivare, finalmente, a casa dalla tua famiglia”.Per Beatrice, ormai mamma, felicità è “Sapere che i miei ricordi d’infanzia (non) sono in buone mani”, ma la frase non basta e allora lei posta il pensiero insieme alla foto di un dolcissimo triciclo con un vecchio peluche, il suo messo nel ‘portabagaglio’ da suo figlio. I più tecnologici possono abbinare alla frase persino un video.

“Se non vivi almeno un giorno in una casa-famiglia, non sai cosa voglia dire avere ‘fame di mamma’”

Una grande casa, dove un bambino può crescere con una famiglia che lo accoglie e lo accompagna per il tempo necessario, finché non potrà tornare a vivere con i suoi genitori. Una struttura di pronto intervento, concreto e affettivo, dove la porta si apre a quei minori che, dall’accoglienza residenziale all’assistenza diurna, hanno bisogno di un aiuto, perché la loro famiglia d’origine è fragile, in difficoltà.