Pan di Zucchero Roe Volciano: un luogo sicuro dove studiare, giocare, ritrovarsi con altri coetanei

Elena, insegnante e volontaria :“È bellissimo arrivare al centro ed essere accolti da un ragazzino che ti corre incontro per dirti che l’interrogazione per cui abbiamo studiato insieme è andata bene. Il nostro ruolo è fargli capire che ci interessa lui e non il voto”

Una grande festa ha celebrato non solo la fine della scuola ma tutti i ragazzi e le ragazze che hanno frequentato ogni settimana il Pan di Zucchero di Roe Volciano. Volontari, scout, ragazzi e bambini si sono lasciati con un arrivederci e un po’ di nostalgia.

Siamo arrivati alla fine, almeno per il momento, ma era importante fare festa per questi ragazzi che hanno terminato così bene l’anno scolastico, sia dal punto di vista dei risultati che soprattutto dei successi personali”.

Chi racconta è Elena, di professione insegnanteeducatrice volontaria al Pan di Zucchero fin dall’inizio del progetto. “I bambini restituiscono sempre – dice – migliorano loro ma soprattutto siamo noi a crescere” .

Pan di Zucchero Roe Volciano: un progetto contro la dispersione scolastica

L’intervento educativo di Roe Volciano, iniziato nel 2013, coinvolge anche i Comuni limitrofi di Vobarno e Villanuova sul Clisi, in collaborazione con i Servizi sociali delle amministrazioni locali in provincia di Brescia e una cooperativa.

È un progetto contro la dispersione scolastica, sviluppato in piccole realtà in cui ragazze e ragazzi fragili sono a rischio. “Ci siamo sempre occupati di bambini del ciclo elementare e di ragazzi delle scuole medie segnalati dai Servizi perché fragili ovvero con situazioni familiari “al limite” oppure perché vivono in nuclei monoparentali e potrebbero non essere seguiti a sufficienza – spiega Elena – li aiutiamo innanzitutto nella gestione dei compiti ma anche nella relazione. Per tutti loro il Pan di Zucchero è un luogo sicuro dove studiare, giocare, ritrovarsi con altri coetanei”

Un progetto possibile grazie all’impegno di tanti educatori e dei volontari

Un intervento che in sé appare di semplice realizzazione e che in realtà comporta la partecipazione il lavoro di molte persone per garantire le turnazioni: 12 volontari per le attività e l’organizzazione più 6 volontari che si occupano di recuperare a scuola e poi riportare a casa i ragazzini.

È importante il ruolo degli educatori così come di chi coordina i volontari ogni settimana e di chi gestisce i trasporti.

Dopo i due anni di pandemia che hanno modificato il servizio e il numero dei partecipanti, l’ultimo anno scolastico ha visto il centro popolarsi ogni martedì e venerdì di 18 tra ragazzi e bambini: “Abbiamo organizzato due turni, le elementari dalle 14-16, le medie dalle 16 alle 18 – precisa Elena –  dopo i compiti si fa merenda e si lascia spazio ai giochi – non al cellulare! -, prediligendo il gioco libero, da tavolo e i laboratori creativi”.

C’è attenzione al percorso educativo di ogni singolo bambino o ragazzo. “A fine giornata i volontari segnano cosa è stato svolto e come – dice Elena – è un passaggio importante per capire cosa è stato realizzato e quali progressi si sono registrati”.

Il Pan di Zucchero e l’accompagnamento delle famiglie vulnerabili

Il lavoro del Pan di Zucchero non si è fermato qui, ci ricorda Elena. “Un altro aspetto importante è l’accompagnamento delle famiglie vulnerabili. Prima del Covid riuscivamo a lavorare con ancora maggiore efficacia perché erano organizzati nel corso dell’anno molti momenti di condivisione e confronto insieme alla comunità locale. Siamo stati costretti a ridurre il numero delle occasioni comunitarie ma è bello sapere che i ragazzini continuano a frequentare il centro volentieri”. 

La relazione di fiducia resta, come si diceva, il risultato più importante per ragazze e ragazzi. “È bellissimo arrivare al centro ed essere accolti da un ragazzino che ti corre incontro per dirti che l’interrogazione per cui abbiamo studiato insieme è andata bene – racconta Elena – Il nostro ruolo è fargli capire che ci interessa lui e non il voto. L’ attenzione rivolta ai ragazzi si riflette nello studio, nel rendimento, nell’entusiasmo nell’approcciare qualsiasi cosa, che sia la scuola o il gioco o la relazione con gli amici”.

In attesa di ricominciare a settembre, Elena pone l’accento sull’importanza e sul valore dei giovani volontari, scout o liceali che per i bambini rappresentano modelli da seguire, fratelloni cui chiedere consigli. “Sarebbe bello che dal prossimo anno collaborassero giovani con una buona conoscenza di due lingue straniere, magari provenienti dal liceo di Scienze umane”.

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Pan di Zucchero, un nome che rimanda a due cose semplici: il pane e lo zucchero, merenda perfetta e genuina, dal sapore un po’ retrò. Un nome non casuale, che si ispira alla tradizione francese de “Les Pates au beurre”, spazi di supporto socio-psico-pedagogico che avevano la cucina come luogo e momento centrale per favorire la relazione tra le famiglie e gli operatori.

In questi luoghi sicuri ed accoglienti, volontari e operatori specializzati si pongono in ascolto di bambini, bambine, adolescenti, genitori, attenti a creare occasioni di condivisione, confronto e supporto. Ogni Pan di Zucchero è speciale a modo suo: progettato dalle famiglie per le famiglie del territorio, per rispondere meglio ai loro specifici bisogni. Aiutaci a sostenerli.

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