Panthakù.com. Nuovi progetti per Salerno all’insegna dell’inclusione. Il Comune pronto ad approvare il regolamento dei beni comuni

“Panthakù.com: tra partecipazione attiva e innovazione sociale – Scambio di buone prassi tra le città di Salerno e Bologna”. È questo il tema dell’incontro che si è tenuto sabato 2 marzo al Comune di Salerno

L’evento, che aveva come obiettivo quello di raccontare alla cittadinanza il percorso del bilancio partecipativo avviato per la prima volta dal Comune di Bologna e coordinato dalla Fondazione Innovazione Urbana, nell’ambito dei Laboratori di Quartiere, è stato l’input per dare avvio a un percorso di sperimentazione nel quartiere Calcedonia-Irno di Salerno all’interno del progetto Panthakù.com, con capofila Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini, selezionato da Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Tutti i cittadini, adulti e minori, saranno invitati a segnalare idee, votare e co-progettare attività, laboratori, eventi per il proprio quartiere, con un focus espressamente dedicato ai minori. Gli eventi e le idee che risulteranno più votati verranno finanziati e realizzati con un budget apposito messo a disposizione dal progetto, fino a un massimo di diecimila euro.

Partire dalle comunità

Le novità. Ad illustrare le nuove iniziative di “Panthakù.com”, Antonella Spadafora, responsabile Ai.Bi. Associazione Amici dei Bambini Campania e project manager di Panthakù.com. “Abbiamo raggiunto un obiettivo importante, mettere in luce la bellezza di ciò che si fa sia a Salerno sia a Bologna per le nostre comunità”, ha detto illustrando tutte le tappe di un percorso che ha avuto inizio nel 2021.
Cosa accadrà dopo? L’iter si articolerà in tre fasi: laboratorio di quartiere per la mappatura delle risorse e di ciò che servirebbe; co-progettazione del bilancio partecipativo; implementazione guidata dei servizi e delle attività oggetto della co-progettazione. Nell’ambito della fase 1 saranno oggetto d’interesse le seguenti aree tematiche: sport e attività ricreative; attività sociali e culturali (musica, teatro, cinema, danza, lettura etc.); istruzione e formazione; ambiente, rigenerazione e riqualificazione di quartiere; inclusione e diversità; ascolto e partecipazione dei minori. Saranno inizialmente coinvolti 6 gruppi target, per poi sfruttare le piattaforme digitali per allargare il processo a tutta la cittadinanza: un gruppo di alunni della scuola secondaria di I grado; uno di alunni della scuola secondaria di II grado; genitori; anziani; rappresentanti del mondo scuola; enti del Terzo Settore e Community Business. Nella seconda fase si arriverà concretamente a definire delle piccole attività e iniziative immateriali da realizzare per rafforzare la realtà territoriale di progetto. Si passerà poi alla votazione di tutte le idee progettuali arrivate creando un questionario online che verrà allargato a tutti i cittadini, minori e adulti, del quartiere. Quelle più votate passeranno alla fase di implementazione, con la Fondazione Carisal che avrà il ruolo di facilitatore per la realizzazione delle idee progettuali scelte.

Sinergia tra politica, scuola, terzo settore e società civile

L’incontro. Ad aprire il confronto è stata Simona Rotondi, vice coordinatrice attività istituzionali Impresa sociale Con i Bambini. “Abbiamo sostenuto oltre 710 progetti dal Piemonte alla Sardegna, coinvolgendo 7mila associazioni. In Campania, dal 2016, sono stati finanziati 52 progetti per un importo complessivo di 40 milioni di euro con 900 partners tra pubblico e privato. A Salerno abbiamo coinvolto oltre 125 organizzazioni e i contributi assegnati sono di 3,5 milioni di euro. In Campania, dal 2016, stiamo supportando iniziative destinate a 28mila minori, di cui circa 3mila hanno disturbi dell’apprendimento ed altrettanti sono stranieri con difficoltà di inclusione. Sono state coinvolte 170 istituzioni scolastiche. Dal lavoro finora svolto abbiamo appreso una lezione importante: i patti educativi non sono fiori di campo ma di serra e vanno coltivati con cura”. L’assessore alle Politiche Sociali e Giovanili del Comune di Salerno Paola De Roberto, ha poi presentato il lavoro svolto nei quartieri attraverso i Laboratori collettivi promossi da Palazzo di Città: “Siamo partiti a inizio consiliatura con azioni di concertazione e laboratori collettivi di quartiere, oltre che con l’attivazione di tavoli tematici per una amministrazione condivisa nel segno del principio di sussidarietà orizzontale”. Quindi un annuncio importante: “Il prossimo obiettivo è l’approvazione del regolamento dei beni comuni”.
La parola è poi passata a Erika Capasso, delegata alla riforma dei Quartieri, Politiche per il Terzo settore e Bilancio Partecipativo per il Comune di Bologna: “Il fare insieme non significa che le amministrazioni non siano in grado di fare da sole, ma per decidere meglio si deve decidere insieme con lo scopo di prendersi cura delle città. Dal 2014 ad oggi Bologna ha siglato oltre mille patti di collaborazione per la cura dei beni comuni urbani. E tutto questo si esercita grazie ad apposite figure professionali come l’agente di prossimità, che da noi è stato istituito a partire dal 2017”.
A seguire, Domenico Credendino, presidente Fondazione Carisal e componente Comitato di ascolto di Con i Bambini, ha illustrato il ruolo delle Fondazioni di origine bancaria a sostegno di interventi sperimentali di contrasto alla povertà educativa minorile: “Su scala nazionale le Fondazioni sono 86, ma al Sud sono solo 6. Cerchiamo di trasferire risorse al terzo settore per finanziare dei progetti di fondamentale importanza. E in questo svolgiamo un ruolo fondamentale, perché si parla di risorse che vanno a beneficio anche della comunità salernitana”.
Annamaria Martulano, dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo “Calcedonia”, ha invece affrontato il tema della collaborazione tra scuola, famiglia e gli altri soggetti della comunità educante per il contrasto della povertà educativa minorile: “Siamo la testimonianza del cambiamento avvenuto sul territorio. La nostra scuola è diventata una agorà in cui si sono riversate le energie positive provenienti dal territorio. Si è creata una osmosi e un continuo scambio anche con la collaborazione dei genitori, che, grazie all’iniziativa della Banca delle abilità, hanno messo a disposizione le loro competenze. La scuola è l’agenzia educativa per eccellenza, ma da sola non può raggiungere tutti i risultati che invece potrebbe ottenere con l’aiuto di altri soggetti determinanti”.
Renata Florimonte, dirigente scolastica del liceo artistico “Sabatini-Menna”, ha discusso della motivazione e del coinvolgimento dei giovani nei percorsi di cittadinanza attiva: “Abbiamo sperimentato l’importanza di metodologie alternative come il peer to peer e il team working, fondamentali per evitare che in futuri contesti lavorativi si sia incapaci di negoziare un conflitto. Bisogna rendere le ragazze e i ragazzi partecipi di una esperienza complessa. In questo la nostra scuola è all’avanguardia. L’anno scorso abbiamo presentato un progetto per la riqualificazione di uno spazio esterno dove giovani architetti sono stati chiamati ad offrire le loro idee. Il ruolo della comunità educante è più prezioso di quanto si immagini”. A chiusura dell’incontro, presentate da Lucia Pappalardo, animatrice di comunità che per Ai.Bi. sta lavorando direttamente nel quartiere, e da Valeria D’Andria, sempre di Ai.Bi., che coordina con la Project Manager il lavoro dei partner, ci sono state due testimonianze di cittadini coinvolti attivamente nel progetto: mamma Claudia che ha curato già due edizioni di un laboratorio per bambini sui miti greci, e nonno Giuseppe, che da ex calciatore e allenatore, ha deciso di iniziare un corso di calcio per bambini fino a 6 anni. Ultima testimonianza, mamma Silvia, che partecipa con i figli a tante delle iniziative messe in campo da “Panthakù.com” e che, sottolinea “queste sono le iniziative che mi fanno sentore pienamente cittadina salernitana”.
L’incontro è stato moderato da Rossella Trapanese, docente di Politiche sociali e di Innovazione e sostenibilità sociale, direttrice del master in Management del Welfare territoriale presso l’Università degli Studi di Salerno.