Perché calano le adozioni? Il silenzio di Kyenge; Blundo (M5S): «Non c’è volontà politica per rispondere»; Patriarca (PD): «CAI troppo debole»

bambino nero che piange 350Il dato dovrebbe far saltare sulla sedia gli addetti ai lavori. E invece l’andamento delle adozioni internazionali del 2013, anticipato il giorno 22 gennaio sul sito della Cai, è passato in sordina. Nemmeno la presidente della Commissione per le adozioni internazionali, la ministra Cècile Kyenge, ha pensato di intervenire a riguardo.

Dove sono finiti tutti quei politici che solo pochi mesi fa, in occasione della giornata internazionale dell’infanzia, hanno rilasciato lenzuolate di dichiarazioni sull’urgenza di  riformare il settore delle adozioni internazionali per difendere il diritto primario di un bambino ad avere un famiglia?

I dati del 2013 parlano chiaro: le adozioni sono in caduta libera. Nel 2013 gli italiani hanno adottato 2.825 bambini, provenienti da 56 Paesi, il 9,1% in meno rispetto al 2012. Ancora un segno negativo che si somma al -22,8% registrato l’anno precedente.

Sollecitati da Aibinews, intervengono  in merito la vicepresidente della Commissione parlamentare infanzia Enza Blundo, esponente del Movimento Cinque Stelle e il deputato Edoardo Patriarca, esponente del Pd e componente della Commissione affari sociali.

Osserva la senatrice Blundo: «Io vedo che da ogni parte arrivano sollecitazioni e richieste, ma poi manca la volontà politica di dare risposte a queste domande. Occorre valutare le vere priorità e invece l’impegno parlamentare è rivolto ad altro: la trasformazione dell’Imu  in un’altra sigla, senza che poi cambi molto nella sostanza; la legge elettorale che improvvisamente è un’urgenza;  la questione di Roma Capitale, che non può attendere. Avevo sperato che dopo le dichiarazioni di Napolitano e Grasso si passasse ai fatti, ma la verità è che hanno fatto solo promesse e non le stanno mantenendo».

Da parte sua, Patriarca, da sempre sensibile ai temi sociali, evidenzia : «Il calo è legato certo a un aspetto economico. Si tratta di un  problema che insieme ad altri parlamentari avevamo provato ad alleggerire, con un emendamento alla legge di stabilità che avrebbe permesso  ai genitori adottivi di ammortizzare le spese per l’iter adottivo, ma è stato respinto. Poi non mancano problemi nella gestione della Cai, con una debolezza strutturale della Commissione che non riesce a fare ciò che dovrebbe fare. Terzo, credo che l’adozione sia una tradizione importante e bella per il nostro Paese, che resta  primo in Europa per numero di adozioni. Questo non può essere ignorato». Quanto alle possibilità di incidere sul calendario dei politici, Patriarca insiste: «Occorre che le associazioni facciano cartello. E su questi temi, serve creare un  collegamento tra chi sta fuori del Parlamento e chi sta dentro. Non abbiamo solo il problema dello spread. Dobbiamo convincere il Governo che le famiglie che adottano sono un bene comune e segno di una grande speranza».

Intanto è di oggi la notizia che giovedì 30 gennaio la Commissione bicamerale per l’infanzia ascolterà associazioni e stakeholders per raccogliere pareri e informazioni che poi dovrebbero tradursi in strumenti della propria attività istituzionale. Che sia arrivato finalmente il momento della svolta?