Perù. Alice e il suo vestitino da festa prestato per conoscere il suo papà e la sua mamma “Avevamo paura di sciuparla, bella come era!”

“Alice è nata nel 2009, proprio l’anno in cui abbiamo deciso di adottare. E tutto quanto sarebbe accaduto dopo, una volta ottenuta l’idoneità all’adozione, non era altro che un tempo necessario perché noi potessimo incontrare Alice, che oggi ha 8 anni”. Lucia e Raffaele, rientrati lo scorso novembre, per #iosonoundono raccontano di aver cominciato a studiare lo spagnolo appena dato il mandato ad Ai.Bi.

 “Quando ci sentimmo in una situazione quasi stagnante – continuano – e non riuscivamo a dare mandato a nessun ente, abbiamo incontrato Ai.Bi, che ci ha dato subito fiducia. Così abbiamo incaricato la sede di Firenze che ci ha permesso di andare a incontrare nostra figlia nel paese che, tra l’altro, era nei nostri sogni: il Perù”.

L’abbinamento arrivò nell’agosto del 2016, con una telefonata “proprio quando ero in convalescenza dopo una broncopolmonite – ricorda Lucia – : ero appena rientrata dall’ospedale quando Ai.Bi ci chiamò. Già in quella occasione ci sentimmo subito i genitori di Alice!”.

La bambina viveva in un istituto all’interno della foresta amazzonica. “Ricordo ancora quella natura che sovrastava e quasi incuteva timore – ricordano Lucia e Raffaele – : un impatto forte offerto dall’ambiente in cui viveva nostra figlia….al di là dell’umidità e dei 40 gradi da sopportare!”.

Al primo incontro, come è naturale, tutti e tre erano molto emozionati.Avevo paura di sciuparla, bella come era!dice commossa la mamma – La bambina, si percepiva, aveva paura e restava un po’ rigida anche perché, come scoprimmo dopo, indossava degli orecchini e un vestito della festa che le era stato prestato per l’occasione e che quindi avrebbe dovuto restituire. In più gli orecchini erano sprovvisti di clip per fermarli dietro all’orecchio per cui Alice aveva paura di perderli e ci guardava con ancora maggiore imbarazzo”.

L’istituto in cui viveva era “povero, con il tetto paglia e gli ambienti un po’ vecchi – raccontano i genitori – La natura rigogliosa rendeva tutto bello ma se si guardava con attenzione, i bambini giocavano su pavimenti di pietra. E tutti, appena entrati, ci corsero incontro: eravamo nell’imbarazzo di non poter manifestare loro l’affetto che ci chiedevano, avendo Alice accanto a noi. In quei momenti capisci di cosa hanno bisogno i bambini”.

Nel corso dei primi giorni di affiatamento, Alice mise subito alla prova i genitori, soprattutto Lucia: Tu non sei la mamma” le diceva, per vedere fino a dove poteva spingersi con le provocazioni.

Ostacoli che ci aspettavamo e che sono stati tutti superati – ricordano coniugi  – anche grazie all’ottimo supporto di assistente sociale e psicologa presente in loco. Alice infatti, dopo il primo incontro, ha avuto il permesso di lasciare l’istituto: per quanto fosse previsto un avvicinamento graduale di visite in istituto da parte nostra per quattro giorni, Alice dimostrava di voler venire subito con noi, temendo anche che non tornassimo più”.

In totale la famiglia toscana rimase in Perù sei settimane, di cui tre a Lima. “Qui ci siamo sentiti maggiormente a nostro agio per poter condurre una vita normale – dice Lucia – mentre la bimba dimostrava di essere abbagliata dalla ricchezza, dai supermercati, dalle molte possibilità, dagli effetti del consumismo”. Un periodo trascorso in ogni caso in serenità.

Alice aveva paura dell’aereo ma “la curiosità e il desiderio di arrivare a casa erano superiori – ricorda il papà -. Arrivata in Italia si è ritrovata una famiglia adorante nei suoi confronti”.

Così, dopo una quindicina di giorni trascorsi a casa, prima di Natale la bambina ha iniziato a conoscere la sua classe, un’ora e mezzo al giorno. “L’abbiamo iscritta in prima elementare per darle tempo: tra l’altro la bambina è minuta perciò non si vede nemmeno discrepanza fisica con gli altri bambini – dicono Lucia e Raffaele – : è stata  accolta bene fin da subito dai compagni. Mentre lei disegnava, per far vedere che era capace, i compagni le stavano attorno e la riempivano di colore, perfino sui vestiti! Dopo la festa di Natale, servita a sentirsi parte della nuova comunità, Alice è partita in quarta a gennaio e ha appena concluso bene l’anno scolastico”.

La famiglia sta crescendo in questi mesi e Alice sta maturando il suo carattere fatto anche di tanti “voglio/non voglio, come tutti i bambini”.

Ai.Bi. ci ha insegnato che ci si adotta a vicenda ed è proprio accaduto così tra noi – concludono i genitori -: l’adozione è un’esperienza bellissima che, al di là del desiderio, è possibile anche se si è circondati dalla comprensione e dall’accoglienza: della famiglia, degli amici, dell’azienda in cui si lavora”.

I sacrifici sono molti, ma alla fine, grazie a questi bambini, è la stessa comunità a essere più ricca di prima.