Peru’. Spina bifida e 6 anni di età? “Ecco come abbiamo sconfitto il fantasma della malattia”

SPINASpina bifida e 6 anni di età. Due condizioni che avrebbero potuto condannare Lucy*  al suo destino di bambina abbandonata. E invece, la vita, che fino a quel momento non era stata generosa con lei, l’ha ripagata regalandole una famiglia. E così da figlia di nessuno, relegata in uno dei tanti Istituti in Perù, è diventata la sorellina minore di Edoardo*, anche lui bambino adottato qualche anno prima e soprattutto, l’angioletto di mamma Bruna* e papà Stefano*.  Dai quali non si stacca più.

La storia di Lucy è quella di un amore a prima vista. Mamma Bruna e papà Stefano arrivano in Ai.Bi., Amici dei Bambini, dopo aver ottenuto l’abbinamento con il Perù, iniziano gli incontri di approfondimento e conoscitivi con la psicologa e la referente in sede del Paese.

“Dopo qualche incontro – dice Bruna – ci viene raccontata la storia di Lucy: con assoluta onestà e correttezza ci viene descritta la sua situazione. Un’onestà intellettuale e morale che con mio marito abbiamo apprezzato perché ci ha messo subito a nostro agio facendo nascere un istintivo sentimento di fiducia”.

Lucy è nata con la spina bifida, una malformazione neonatale dovuta alla chiusura incompleta di una o più vertebre, che nella maggior parte dei casi porta alla paralisi degli arti inferiori.

“E’ innegabile che quando ci hanno detto della patologia di Lucy – continua mamma Bruna – ci siamo spaventati. Tutti sognano il bambino perfetto da rivista patinata. Ma qualcosa ci spingeva ad andare avanti, a non alzarci e andare via: una forza più grande di noi ci teneva incollati a quella sedia davanti alla referente Ai.Bi.”

E così  continuano i colloqui con chirurghi specializzati, letture di schede cliniche e approfondimenti sulle condizioni di salute di Lucy.

“Tutti step necessari  per capire che in realtà la sua patologia – precisa – fa meno paura di quello che sembra. La nostra bimba infatti può camminare, correre e giocare: se ci fossimo fatti spaventare dal ‘fantasma’ della malattia, oggi Lucy non sarebbe con noi”

“La verità è che sentivamo Lucy già come figlia nostra – continua mamma Bruna – Il chirurgo ci aveva avvertito che un caso come il suo poteva essere ‘impegnativo’ ma a noi poco importava. Ormai avevamo deciso di portarcela a casa”. Una determinazione evidente fin dal primo incontro in Ai.Bi. : “c’era bastato vedere una sua foto – aggiunge – per averne la conferma.  Casa nostra l’aspettava”.

E così mamma Bruna, papà Stefano e il figlio Edoardo ad ottobre scorso si imbarcano alla volta del Perù, dove stanno per circa un mese.

I primi giorni in Perù non sono stati facili. “Lucy era diffidente – continua – si capiva dal suo sguardo che per difesa stava sulle sue. Quasi non credesse veramente che l’indomani saremmo andati a prenderla per portarla via dall’istituto”.

Le cose sono cambiate all’arrivo in Italia. “E’ scoppiato un vero amore tra lei e mio marito – racconta divertita Bruna – stanno sempre incollati. Forse perché la figura maschile-paterna è quella che le è maggiormente mancata. E mio marito non si fa certo desiderare”.

Il prossimo anno Lucy andrà a scuola: farà le sue prime amicizie. E inizierà a tutti gli effetti la sua nuova vita in Italia.

“Intanto prepariamo l’albero di Natale – conclude mamma Bruna – il nostro primo Natale tutti e 4 insieme”.

 

*nomi di fantasia