Piemonte. Arrivano i bambini di Chernobyl. Ma le famiglie non li ospitano più

bambini ucrainaLe famiglie italiane hanno archiviato la tragedia di Chernobyl. A 29 anni di distanza dal tragico disastro nucleare che in Ucraina costrinse 330mila persone ad abbandonare la loro casa per evitare i rischi di contaminazione radioattiva, il ponte di solidarietà creato finora dall’Italia vacilla.

L’allarme lanciato dall’associazione “Smile onlus per la Bielorussia” evidenzia come quest’anno in Valsessera per i ragazzi in arrivo da Chernobyl le famiglie hanno dato forfait. Intervistato da La Stampa, afferma Massimo Platini, vicepresidente dell’associazione che organizza i viaggi terapeutici: «Non ci si rende conto che il problema rimane». Fatto sta che dal 6 al 20 luglio cinque bambini bielorussi del villaggio di Babici saranno ospitati in una struttura messa a disposizione dal Comune di Guardabosone.

La permanenza in Valsessera offrirà ai bimbi l’opportunità di trascorrere una vacanza,  in un ambiente incontaminato necessario per disintossicare il corpo e ripristinare il loro equilibrio psicofisico.

«Per il nostro territorio, Valsessera e Valsesia, ospitare i bambini bielorussi non più nelle case è ormai una realtà evidente. È ormai difficile trovare famiglie disponibili ad accogliere per un breve periodo estivo un bambino di età compresa tra gli 8 e i 14 anni, e non solamente a causa della crisi economica che tutti noi stiamo vivendo – fa notare Platini -. Influisce sicuramente anche il passare degli anni, ne sono trascorsi ormai 29 dalla tragica esplosione della centrale nucleare di Cernobil, così come la mancata o dimenticata conoscenza delle conseguenze sull’ambiente e sulla qualità di vita delle persone che abitano i territori contaminati».