Pisa, l’odissea di una coppia che ora chiede aiuto a Letta

truffaDopo il caso Congo, le adozioni internazionali si ritrovano vittime di un nuovo intreccio burocratico che finisce per gravare sui diritti dei minori e delle relative famiglie adottive.

Protagonisti, loro malgrado, di questa vicenda sono i coniugi Alessia Raglianti, commerciante 37enne, e suo marito Tiziano, 40enne tecnico della Telecom, di Pisa. Dopo avere sborsato 20mila euro, 10mila dei quali sono andati a istituzioni italiane, e avere visto sfumare l’adozione di un bambino kirhiso, si sono sentiti dire che avrebbero dovuto spendere altre somme ingenti per poter adottare due bimbi ungheresi, mentre la Commissione per le adozioni internazionali restava bloccata.

Così, hanno deciso di chiedere aiuto direttamente al premier Enrico Letta che già si è attivato per risolvere l’intricata vicenda delle adozioni bloccate in Congo. Con il loro avvocato, Tiziana Mannocci, hanno avviato quella che chiamano “una battaglia di giustizia”.

La storia è quella di uno scandalo che ha portato all’estero a diversi arresti, tra cui quello di un ministro kirghiso, e in Italia alle inchieste di 4 procure (oltre a quella di Pisa, anche quelle di Bergamo, Roma e Savona), con diverse persone indagate. Alessia e Tiziano, 4 anni fa, decidono di adottare un bambino e contattano l’associazione Airone, regolarmente autorizzata dal Ministero, con sede ad Albenga e filiali a Bergamo e Pisa. In seguito alla denuncia di diverse coppie, però, si scopre che si tratta di una truffa. Lo scandalo scoppia prima in Kirghizistan e poi in Italia: la Cai scioglie Airone, le revoca il mandato e prende in carico la coppia pisana che nel frattempo aveva inoltrato svariate proteste e richieste di chiarimento. Alessia e Tiziano vengono così indirizzati all’Aiau (Associazione In Aiuti Umanitari) di Firenze, designata per proseguire la pratica, che assicura la possibilità di adozione in Ungheria. I 2 coniugi, consapevoli di avere ormai perso i soldi spesi all’estero, speravano di poter almeno contare sul denaro già versato in Italia a enti di Stato. Ma per avviare l’adozione di 2 bimbi ungheresi si prevedono altre spese. Tutto questo, mentre la Cai viene messa in mora e resta inattiva a partire dal 19 dicembre, affidata solo a una segreteria tecnica, diretta dal ministro per l’Integrazione Cècile Kyenge che deve nominare il nuovo vicepresidente della Commissione.

“Non ci resta che confidare in Letta” dice l’avvocato Mannocci.

 

Fonte: Il Tirreno (27/01/2014, pag. 13)