Pornografia del dolore. Silvia Stilli (AOI): “Prima di tutto, nella comunicazione, deve prevalere il rispetto della dignità del minore”

Molte ONG, pensano che mostrare immagini crude e “forti”, dove sono coinvolti anche dei minori, sia non solo consentito, ma anche “giusto” per far vedere le “ingiustizie intollerabili” da combattere. Il punto di vista della Presidente di AOI

Il dibattito non è nuovo nella comunicazione legata al terzo settore: fino a che punto è lecito spingersi per comunicare le emergenze e le ingiustizie che ci sono nel mondo e contro le quali combattere? Molti, anche tra le stesse ONG, pensano che mostrare immagini crude e “forti” sia non solo consentito, ma anche “giusto” per far vedere le “ingiustizie intollerabili” da combattere. Ma il limite tra sensibilizzazione e sfruttamento emotivo è un confine molto sottile su cui occorre stare attenti. Perché un conto è la comunicazione, un altro la “pornografia del dolore”, ovvero l’utilizzo di immagini che vanno oltre i limiti e finiscono per ledere la dignità dei soggetti che vengono ritratti.
L’ONU stessa, non molto tempo fa, ha messo in guardia le ONG dall’utilizzare, specie quando si parla di Africa, bambini “magri, affamati e malati”, unicamente per suscitare compassione e incentivare le donazioni.

A colloquio con Silvia Stilli

Proprio la pornografia del dolore è stato uno degli argomenti trattati nel Faris Talk di Amici dei Bambini di fine febbraio 2025, in occasione della Giornata Mondiale della Giustizia Sociale, con protagonista Silvia Stilli, Presidente dell’Associazione delle Organizzazioni Italiane di Cooperazione e Solidarietà Internazionale – AOI, di cui è stata anche Vicepresidente dal 2011 e portavoce dal 2013 al 2023.
Insieme a Marzia Masiello, relazioni istituzionali di Ai.Bi. e conduttrice dell’evento, si è riflettuto sull’importanza di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle disuguaglianze e su come comunicarle in modo etico e accessibile.

Oltre il “fare”: saper raccontare

“Ogni giorno, nel settore della cooperazione e del sociale, si realizzano progetti straordinari, ma siamo davvero in grado di raccontarli nel modo giusto? Riusciamo a trasmettere il loro impatto senza cadere nella strumentalizzazione?” – ha detto Stilli durante l’intervista.
Sullo sfondo, evidentemente, come detto, il tema della cosiddetta “pornografia del dolore”.
Stilli ha condotto una bella riflessione su come la narrazione debba essere prima di tutto responsabile, ponendosi come uno strumento chiave per ottenere consenso e supporto, ma senza mai oltrepassare i limiti del rispetto della dignità dei soggetti coinvolti. Il discorso vale a maggior ragione quando si tratta della dignità dei minori, garantita anche attraverso linee guida precise che evitano sfruttamenti e spettacolarizzazioni delle loro storie.
Un talk che invita a pensare in modo critico e a costruire una comunicazione più giusta, inclusiva e rispettosa.
Il talk in versione podcast, nella sua interezza, è accessibile sulla home page del sito Faris.