Pornografia del dolore. Quando la sofferenza viene esibita: la denuncia dell’ONU 

Gli esperti ONU esortano le ONG a rispettare la dignità dei bambini africani, spesso ritratti come simbolo di povertà per attrarre donazioni

È sempre più frequente l’uso strumentale di immagini di bambini africani da parte di organizzazioni non governative (ONG) nelle campagne di raccolta fondi.
Queste fotografie, spesso raffiguranti bambini “magri, affamati e malati”, mirano a suscitare compassione e incentivare le donazioni.

La reazione dell’ONU

Per Catherine Namakula, dell’ONU, questo approccio è problematico e perpetua stereotipi negativi. Durante la presentazione di un rapporto all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, Namakula ha sottolineato come “i bambini di origine africana non siano sinonimo di povertà” e che siano invece ritratti in circostanze degradanti e disumanizzanti, un fenomeno che non può più essere tollerato.

Il precedente

Già nel 2016, in Italia, una campagna pubblicitaria di una ONG era stata criticata per aver utilizzato immagini dolorose di bambini al fine di raccogliere fondi.
La ONG aveva replicato difendendo la propria scelta, affermando che quelle immagini mostravano un’ingiustizia intollerabile, ma il dibattito sul limite tra sensibilizzazione e sfruttamento emotivo rimane aperto. Gli esperti della task force ONU hanno esortato le organizzazioni a «smettere di utilizzare immagini di bambini africani in circostanze poco dignitose» per scopi di marketing, invitando a un approccio più rispettoso che non rafforzi falsi stereotipi legati alla povertà.
Nel rapporto, gli esperti hanno evidenziato anche la discriminazione che i bambini di origine africana subiscono in diversi settori, tra cui giustizia, istruzione e sanità. La task force ha denunciato come, a causa di razzismo sistemico e xenofobia, questi bambini non siano considerati realmente come tali, venendo invece trattati come adulti pericolosi. Questo si traduce in una maggiore sorveglianza, arresti più frequenti e un uso eccessivo della forza da parte delle forze dell’ordine, con gravi ripercussioni sul loro diritto a un’infanzia protetta e sicura.

I danni del colonialismo

Secondo Namakula, “l’eredità del colonialismo e della tratta degli schiavi africani continua a danneggiare i bambini di origine africana in tutto il mondo”. Gli stereotipi razziali, legati alla criminalità e alla pericolosità, influenzano non solo l’opinione pubblica, ma anche le decisioni di chi lavora nel sistema giudiziario, aggravando ulteriormente la loro situazione. La task force ha chiesto la creazione di un indice di giustizia razziale, un indicatore che misuri i progressi nel superamento di queste discriminazioni, e ha sottolineato la necessità di porre fine all’uso eccessivo della forza e alle disparità razziali.

L’appello dell’ONU

La conclusione dell’intervento di Namakula è stata un appello all’umanità intera: “Non lasciare indietro alcun bambino significa portare i problemi dei bambini di origine africana dai margini al centro dell’attenzione”. Solo attraverso verità, responsabilità e giustizia sarà possibile eliminare la discriminazione razziale e garantire che ogni bambino, indipendentemente dall’origine, riceva il meglio che l’umanità ha da offrire.

[Fonte: Nigrizia]