Progetto EIDHR: ricerca sui minori in difficoltà familiare. Conoscere il presente per progettare il futuro

Colombia, l'attesa...Nell’ambito del progetto finanziato dall’Unione Europea, implementato da Amici dei Bambini in Colombia, l’Università San Buenaventura di Bogotà ha realizzato una serie di interviste con i minori che vivono o hanno vissuto sotto la protezione dell’ICBF, in istituto o in famiglia affidataria.

Le aree d’interesse sulle quali si sono concentrate le interviste sono aspetti relativi all’esistenza stessa dei giovani, al loro sviluppo sociale, all’uso di sostanze psicoattive, alla convivenza e cittadinanza. I racconti dei ragazzi sono molto utili ai fini della ricerca ma soprattutto dare voce ai ragazzi significa fare un passo avanti nel prendere coscienza del loro passato e tracciare nuove linee d’identità personale, sociale nei confronti di chi vive questa difficile dinamica della vita ed ha difficoltà ad uscirne.

Per quanto riguarda l’esistenza o esperienza di vita vissuta in relazione con l’ambiente circostante, la maggior parte dei ragazzi dichiara di vivere in “inquilinati” ovvero stanze nelle quali si vive tutti insieme, il padre, la zia, la nonna, i fratelli e le condizioni sono ovviamente al limite della sopravvivenza.

Per quanto riguarda la percezione di sé stessi e del loro vissuto, le ragazze riconoscono, come momenti importanti della loro crescita, i diritti della famiglia che sono stati violati: abuso omosessuale, violenza ed incesti.

Cambierebbero tutto della loro vita, soprattutto la relazione con i loro genitori dato che é vissuta come problematica. Sotto l’aspetto delle relazioni sociali e sviluppo, gli intervistati ammettono che le relazioni sociali sono effimere, non profonde.

Accademicamente i ragazzi sono riusciti a completare il ciclo elementare nonostante l’etá che hanno, al massimo arrivano alla prima media. Non si ricevono risposte chiare, nemmeno dal punto di vista affettivo: hanno percepito relazioni sentimentali ma non sanno se si sono innamorati. Per quello che concerne il consumo di sostanze psico-attive, quasi la metá degli intervistati dichiara di aver assunto droga almeno una volta.

Con riferimento al lavoro, un’alta percentuale dei ragazzi ha iniziato a lavorare dagli 8 agli 11 anni, vendendo sostanze psico attive, istigati dai genitori stessi. In merito al tema delle ragazze madri, un alto numero di ragazze é rimasta incinta a causa di incesti o violazioni. Per quello che concerne la convivenza e cittadinanza, i maltrattamenti e l’autoritarismo in famiglia sono le cause di una parziale libertà di espressione dei giovani intervistati.

Saper prendere una decisione diventa quindi difficile, dato che i ragazzi si chiudono in sé stessi e non si sentono di dialogare con nessuno. Il percorso da seguire é dimenticare il passato ed andare avanti, chi solo e chi con i figli. Gli intervistati dichiarano di conoscere i loro diritti tra i quali quello allo studio, alla salute, al rispetto del corpo, all’alimentazione e alla libertà ma in caso di abuso non sanno a chi rivolgersi se non alla polizia o all’ICBF. In compenso sono pochissimi quelli che conoscono i loro doveri. Le loro proposte di cambio per il paese riguardano il miglioramento della sicurezza, la protezione dalla violenza, la sensibilizzazione sui problemi della droga e della micro delinquenza.

La speranza per questi ragazzi é di divulgare queste proposte in modo da sensibilizzare la popolazione su questi problemi e magari anche loro stessi affinchè siano i protagonisti di un cambio della visione e della prospettiva di vita di altri giovani ai quali sono stati lesi i diritti fondamentali.