Psicologia dell’Adozione: Si può sconfiggere il male dell’abbandono?

I bambini, che nella loro di vita hanno vissuto uno o più abbandoni, pensano, più o meno consapevolmente: “non valgo nulla, non merito di essere amato quindi sicuramente tutti prima o poi mi abbandoneranno”

 A chi non è mai successo di avvertire un senso di smarrimento e/o angoscia nel pensare di perdere una persona a cui si è legati e percepire paura, a tratti immotivata, perché si pensa che tale perdita possa essere per sempre?

Succede a tutti, in diverse fasi del ciclo della vita, di avere dei dubbi o insicurezze nelle relazioni affettive, ma quando questa modalità si vive spesso nei differenti rapporti, si parla di sindrome dell’abbandono, definita come la paura eccessiva di perdere affetti e relazioni e di rimanere soli. Se a tutto questo aggiungiamo dei traumi e separazioni dolorose, che potremmo rappresentare in una sola definizione con abbandono avvenuto in età infantile, possiamo solo provare ad avvicinarci, immaginandola, la proporzione immensa di dolore che un bambino prova nell’arco di vita.

Sindrome dell’abbandono: sentirsi vulnerabili

La sindrome dell’abbandono induce a sentirsi vulnerabili, smarriti se una persona a noi vicina viene a mancare, sia in senso stretto che in senso lato, ed è proprio quest’ansia costante che accompagna i rapporti e che li rallenta fino ad impedire la creazione di un rapporto di fiducia con l’altro. E allora penso a quanti atteggiamenti o comportamenti dei bambini (adottati) riferiti dai loro genitori possa indurre a deduzioni distorte, ma mostrarsi aggressivi in taluni casi o reticenti con l’altro, sia frutto di quella costante paura di essere rifiutati o lasciati anche se non ci sono reali e concreti motivi che lo fanno presagire. L’angoscia è accompagnata da una preoccupazione perenne, mossa dalla convinzione che tutti questi timori prima o poi muteranno in realtà.

Spesso i bambini credono che siano destinati a soffrire e che comunque, anche se rassicurati dal costante, continuo, attento amore di mamma e papà, l’ansia da separazione o il timore che possa accadere qualcosa di negativo accompagnerà alcune giornate soprattutto le più difficoltose e frustranti.  Il naturale bisogno di essere accuditi, coccolati, compresi e protetti non è stato sufficientemente soddisfatto e anche se i genitori (adottivi) sono chiamati ad un impegno consapevole e continuo nel compensare, lenire e recuperare ciò che ha procurato cicatrici, la sensazione costante di sentirsi soli o non amati appare sovente come il leitmotiv della loro esistenza.

“Non valgo nulla, non merito di essere amato”

I bambini, che nella loro di vita hanno vissuto uno o più abbandoni, pensano, più o meno consapevolmente “non valgo nulla, non merito di essere amato quindi sicuramente tutti prima o poi mi abbandoneranno”. Il dolore e la sfiducia unite alla mancanza di cure fisiche ma soprattutto emotive ed affettive incidono sull’autostima ma, come ogni paura o difficoltà, riconoscerla ed accettarla è il primo passo per superarla e se poi il costante e amorevole abbraccio dei tuoi genitori ti accompagna nella quotidianità la ferita iniziale sbiadisce e fa molto meno male.

Pur nel non voler addentrarmi nel tecnicismo ma per offrire spunti di riflessione al lettore, sottolineo come l’aver vissuto sentimenti di perdita può causare instabilità emotiva che può sfociare in rabbia o paura, incapacità di creare relazioni soprattutto a lungo termine e l’inclinazione ad affezionarsi alle persone rapidamente ma dimenticarle altrettanto velocemente e ancora, tendere a non mostrarsi per quelli che si è e compiacere l’altro o dare la colpa solo a se stessi di fronte ad esperienze negative.

Il MALE dell’ABBANDONO coinvolge circa 187 milioni di bambini nel mondo che, senza alcuna colpa o responsabilità, vivono questa condizione di deprivazione affettiva ed emotiva. L’insicurezza e la paura del rifiuto li accompagnerà spesso ma sicuramente non aspettano altro che diventare FIGLI e che una mamma ed un papà mostrino loro cosa significhi l’infinita bellezza del “prendersi cura di” che, in molti casi, fa rifiorire e gemmare i bambini affinché si sentano, anche loro, degni e meritevoli di essere amati.

Dott.ssa Giovanna Buonocore Psicologa – Ai.Bi. sede di Salerno