RDC: subito sul campo!

C’è un po’ di strada per arrivare all’AESD dalla sede.

Strade piene di gente, di macchine e pulmini che corrono qua e là. Si dice in Africa i tempi siano dilatati, che tutto si faccia con più calma. Invece le macchine sfrecciano. Corrono perché hanno fretta di arrivare? Corrono perché devono passare prima di quello che li precede. Ci sono migliaia di macchine. Di gente che si muove da una parte all’altra. Sembra essere più che viva questa città.

E’ il mio secondo giorno a Kinshasa e la mia prima visita sul terreno. In macchina, mentre Patrick si fa largo nella giungla degli “imbottigliamenti”, Andrea e Christine mi raccontano lo stato delle cose. Per strada recuperiamo Nicolas, l’agronomo che lavora con il nostro partner CENS. Iniziamo a scambiare due chiacchiere. Parliamo degli orti e della porcilaia che è nel centro.

Usciamo dalla città per arrivarci. Percorriamo strade secondarie, senza asfalto e dai contorni verdi. Vegetazione ovunque. Alberi da frutta, orti. E poi, poche centinaia di metri oltre un cimitero, il centro.

Il centro AESD ha 4 strutture. Ognuna ospita una coppia. Una famiglia con i loro figli, che a loro volta da ospitalità dai 8 ai 12 bambini.

I ragazzi sono tutti a scuola mentre noi visitiamo il centro. Si intravedono solo le maman preparare il pranzo, aldilà delle staccionate.

Matteus, il vice del direttore arriva pochi minuti dopo di noi. Il direttore Valentine, arriverà tra un po’, dice.

E’ lui che mi mostra il centro. Prima le casette, poi le stanze. Poi giù, verso gli orti.

La terra è sabbiosa. Sicuramente è difficile coltivare. Ma la buona volontà non manca e le piantagioni sembrano dare i loro frutti. Gli orti sono ben organizzati. C’è dell’acqua molto vicina per innaffiarli, il concime per arricchire il terreno. Il ragazzo che se ne occupa mi mostra il suo lavoro. E’ contento e motivato.

Nella porcilaia ci sono due scrofe, che partoriranno a breve e 9 maialini che scorrazzano nella particella a loro assegnata. C’è bisogno di spazio perché loro crescano meglio. Alla fine dello svezzamento saranno spostanti in un ambiente più spazioso.

Non lontano degli stagni. E’ lì che si pratica dell’itticoltura. Stanno preparando al meglio l’ambiente adatto per i pesci. Non lontano un ragazzo che fa il bagno in una pozza attigua agli stagni adibiti per l’itticoltura. Sono un po’ preoccupati del fatto che le dighe potrebbero cedere a causa del passaggio continuo di chi, bambini e adulti, fa il bagno nelle pozze attigue. Dicono che l’acqua segua le orme dei passanti. E a lungo andare questo potrebbe creare qualche smottamento. Ne sono ben consapevoli e presto rinvigoriranno gli argini.

Risaliamo. C’è il direttore che ci aspetta. Al riparo del grande albero che ci protegge dai caldi raggi afosi del sole, ci sono delle sedie per noi. Il direttore Valentine mi spiega quello che fanno nel centro, l’impegno dei ragazzi che vi abitano. Gli impegni futuri.  Andrea e Christine chiedono dei chiarimenti rispetto a delle questioni progettuali. Parliamo un po’, pensiamo a delle possibili soluzioni.

Poi salutiamo il direttore Valentine, e Mattheus il suo aiutante. Ci ritorneremo presto e monitoreremo la situazione affinché i problemi evidenziati siano risolti il prima possibile.