Reddito di Cittadinanza addio: arriva il MIA

Circola con insistenza una bozza attribuita al governo che indica le principali modifiche del MIA: la nuova misura destinata a sostituire il Reddito di Cittadinanza. Scendono importi e durata, specie per gli “occupabili”

Fin dalla campagna elettorale, Giorgia Meloni e il suo partito Fratelli d’Italia hanno sempre criticato il Reddito di Cittadinanza promettendo la sua totale revisione una volta al governo. Ora che le elezioni le hanno vinte e al governo effettivamente ci sono, appare del tutto coerente, dunque, che, dopo le prime revisioni introdotte negli scorsi mesi, sia in arrivo una riforma generale che punterebbe a sostituire il Reddito di Cittadinanza con quella che le anticipazioni di tutti i media chiamano MIA (acronimo di Misura di Inclusione Attiva, anche se c’è chi dice che il nome potrebbe anche essere GIA, Gestione per l’Inclusione Attiva).
Nonostante dal Ministero e dal Governo neghino l’esistenza di una bozza già definita ormai in dirittura d’arrivo, on line e sui giornali gira un documento che delinea le principali caratteristiche della nuova misura in 12 punti. Naturalmente, bisogna tenere a mente che, comunque, si tratta sempre di un’anticipazione non confermata da fonti ufficiali e che, anche una volta che si avrà una bozza definitiva, altre modifiche potrebbero arrivare in fase di discussione e approvazione, dando per scontata l’ovvia opposizione delle altre forze politiche, Movimento 5 Stelle in testa che nell’RDC ha la sua misura più simbolica e significativa.

MIA: divisione delle famigli tra “occupabili” e “non occupabili”

Innanzitutto i tempi: il Reddito di Cittadinanza per come lo conosciamo ora potrà essere richiesto fino al 31 agosto, ma comunque la sua erogazione non andrà oltre la fine dell’anno. A quel punto dovrebbe essere definitivamente attivo il MIA che nel suo impianto di base differenzia le famiglie dei beneficiari in due categorie: quelle che hanno all’interno minori, disabili e over 60, e quelle senza persone appartenenti a queste categorie. Le prime sono quelle considerate “non occupabili” e dovrebbero ricevere un assegno di 500 euro, mentre quello per le persone “occupabili” dovrebbe essere ridotto del 25%, ammontando, dunque, a 375 euro.
Su base annua, quindi, il nuovo beneficio economico vale 6000 euro, da moltiplicare per il coefficiente di equivalenza (che arriva al massimo a 2,1, oppure a 2,2 per le famiglie in cui è presente un disabile). A proposito del coefficiente di equivalenza, però, dovrebbe cambiare la modalità con la quale vengono considerati i minori, che non saranno più considerati una variabile ma membri “fissi” che ricevono 50 euro al mese.

Cambia la durata del MIA

Sulla durata del sussidio non c’è ancora una certezza, ma l’ipotesi che circola maggiormente è quella che vede, per gli occupabili, un primo periodo di erogazione di 12 mesi, seguito da altri 6 mesi, con 30 giorni di intervallo; mentre per i non occupabili la misura durerebbe 18 mesi per la prima domanda e 12 mesi per la seconda domanda.
Dovrebbe diminuire anche l’ISEE al di sotto del quale è possibile richiedere il MIA, che dagli attuali 9.360 euro scenderebbe a 7.200 euro, limitando, dunque, la platea, anche se le famiglie con figli potranno aggiungere la quota parte dell’ISEE attribuita all’assegno unico per un valore di 2.100 euro (facendo così salire il limite a 9.300 euro). La misura potrà essere chiesta da tutti i cittadini che siano residenti in Italia da almeno 5 anni (non più 10).
Sui media circolano alcune ipotesi pratiche di ammontare degli importi: per ANSA, per esempio, una madre single con due figli minori, con il MIA dovrebbe ricevere un assegno di 600 euro al mese: 500 per lei e 50 ciascuno per i due figli.
Il Corriere della Sera, invece, propone lo scenario di una famiglia di 4 persone con all’interno dei membri non occupabili (figlio minori o disabili): con un ISEE di 9.360 euro prenderebbe un assegno di 900 euro al mese, massimo, cui aggiungere la quota di 280 euro (massimo) per l’affitto. Con il limite ISEE abbassato a 7200 euro, l’assegno scenderebbe a 800 euro.